Solvay gongola: usciremo indenni dal processo di Alessandria.

L’AD: io non pago.

Solvay gongola, non trattiene la propria soddisfazione nel comunicato stampa che commenta la conclusione delle indagini del Procuratore della Repubblica di Alessandria, Enrico Cieri, in merito al disastro ecosanitario del polo chimico di Spinetta Marengo: ridimensionato da doloso a disastro ambientale colposo.

La Procura ha partorito un topolino, esulta, “rispetto allo scenario configurato alla partenza delle indagini e alle accuse sostenute dalle denunce e dagli esposti presentati in Procura, le imputazioni appaiono ridimensionate”. Il riferimento quanto mai opportuno è alla pesante mole di documentazione accusatoria presentata dagli ambientalisti, ad esempio dal ‘Movimento di lotta per la salute Maccacaro’ tramite ben otto esposti di dati scientifici locali e internazionali.

“In particolare” sottolinea Solvay tirando un sospiro di sollievo “al termine di approfondite e lunghe indagini preliminari condotte dalla Procura e dai Noe Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico, viene escluso il reato di omessa bonifica e il dolo originariamente contestato”. Per noi l’ipotesi è scandalosa, e la stessa Solvay si mostra sorpresa: “Le residue ipotesi d’accusa riguardano una responsabilità colposa (cioè non intenzionale) relativa ad una presunta alterazione dell’ambiente.” Solvay ha ben presente la differenza di condanne fra reati di colpa (negligenza e imprudenza) invece che aggravati in dolo (precisa e cosciente volontà di compiere un’azione criminosa).

 E’ comprensibile che gioisca perché innanzitutto delle 8 persone inizialmente indagate ne sono rimaste solo 2, e addirittura solo per il reato di colpa, e non può che concludere il comunicato stampa ammiccando: “Solvay è certa che tutti i propri manager hanno sempre operato con correttezza e nell’osservanza delle normative ambientali e conferma la propria fiducia nella giustizia e nel lavoro dei magistrati che sapranno fare pienamente chiarezza sul loro corretto operato”. La multinazionale belga esclude la responsabilità amministrativa ex articolo 25 del 18 giugno 2001 con riferimento al reato di disastro ambientale colposo.

Solvay esprime fiducia, cioè aspettativa, che anche questo processo si concluda come un delitto perfetto (vedi “Ambiente Delitto Perfetto” di Barbara Tartaglione e Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia).  Esprime fiducia che i due direttori imputati, ben protetti dal collegio di avvocati e consulenti, non rischieranno neppure un giorno di galera, che la simbolica condanna (ampiamente coperta dalle retribuzioni) li usi come capri espiatori a copertura delle responsabilità dolose dei livelli alti della catena di comando, fino a Bruxelles. Stefano Bigini e Andrea Diotto, infatti, si giustificheranno che hanno fatto tutto il possibile con i pochi soldi messi loro a disposizione da chi si cura dei profitti e non della salute, da chi dovrebbe essere imputato di omessa bonifica, la quale perciò resterà tale anche in futuro. A tacere che ammalati e morti non riceveranno risarcimenti.

Tragica pantomima del sindaco di Alessandria.

Continua la “pantomima pfas” al Comune di Alessandria. Il sindaco dovrebbe, in forza delle indagini epidemiologiche e ambientali già sul suo tavolo (clicca qui Disastroso l’attuale inquinamento della Solvay di Spinetta Marengo.), emettere ordinanza di chiusura delle produzioni inquinanti della Solvay di Spinetta Marengo. Invece continua a parlare senza mai arrivare al dunque, ovvero cerca di cambiare discorso per evitare l’argomento sgradito (mena il can per l’aia, insomma). In questo senso fa convocare dalla Commissione Ambiente il Comitato che ha presentato una raccolta firme per affrontare l’inquinamento della Fraschetta. La Commissione trasmetterà al Sindaco, che ne prenderà atto per trasmetterla alla Regione a corto di soldi, la raccomandazione di effettuare un biomonitoraggio dei pfas nel sangue della popolazione, una ulteriore indagine epidemiologica/ambientale e quant’altro eccetera chiesto dall’ingenuo Comitato. Cioè dati già acquisiti e sufficienti per emettere l’ordinanza, semmai ulteriormente utili per rivendicare risarcimenti.

In Veneto, a differenza del pilatesco Piemonte, intanto continua il piano di sorveglianza sanitaria sulla popolazione dell’area rossa (circa 300 mila persone di Vicentino, Veronese e Padovano), esposta direttamente a Pfas. L’ultimo rapporto, risalente al 21 novembre, mette in evidenza come per il primo round di screening, su più di 100 mila persone invitate a sottoporsi all’esame, hanno già aderito poco meno di 61 mila.

La speculazione energetica nei mari della Sardegna.

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha presentato il quattordicesimo atto di opposizione alla quattordicesima istanza di concessione demaniale marittima per la realizzazione dell’ennesima centrale eolica offshore nei mari della Sardegna, in assenza di alcuna pianificazione preventiva, di alcuna considerazione della necessità dell’energia producibile, di alcuna verifica dell’utilizzabilità dell’energia producibile, di alcuna valutazione dell’impatto ambientale… LEGGI L’ARTICOLO >

Appello per la vita di Alfredo Cospito.

Facciamo appello all’Amministrazione penitenziaria, al Ministro della Giustizia e al Governo perché escano dall’indifferenza in cui si sono attestati in questi mesi nei confronti della protesta di Alfredo Cospito e facciano un gesto di umanità e di coraggio. Le possibilità di soluzione non mancano, a cominciare dalla revoca nei suoi confronti, per fatti sopravvenuti e in via interlocutoria, del regime del 41 bis, applicando ogni altra necessaria cautela. È un passo necessario per salvare una vita e per avviare un cambiamento della drammatica situazione che attraversano il carcere e chi è in esso rinchiuso. Continua qui l’appello sottoscritto da numerose personalità italiane.