Lo tsunami inflazionistico globale è prodotto negli Stati Uniti, non in Ucraina.

Uno tsunami inflazionistico sta attraversando l’economia mondiale, creando disordini economici, in alcuni casi gravi crisi politiche, in ogni paese che tocca. Questo sta prendendo slancio mentre gli Stati Uniti, che stanno guidando altre economie del Nord del mondo, tentano di controllare l’inflazione aumentando rapidamente i tassi di interesse, costringendo le economie del Nord del mondo alla recessione. Gli Stati Uniti affermano che questa inflazione globale, e la pressione al ribasso sul tenore di vita che crea, è dovuta alla guerra in Ucraina e che quindi i Paesi dovrebbero incolpare e unirsi contro la Russia. Ma un breve sguardo ai fatti confuta questa affermazione. Clicca qui John Ross.

Contro la Nato e per la liberazione del Mediterraneo.

Torniamo a manifestare a Capo Frasca, in una piattaforma comune con l’organizzazione corsa “Core in Fronte”, contro la Nato, contro l’uso della Sardegna e della Corsica in funzione della guerra, per un Mediterraneo di pace e per la sovranità popolare nelle nostre isole.

Paolo Berta, un guerriero della Vita Indipendente.

«La gentilezza, la compassione, lo straordinario modo di vedere il mondo e di non arrendersi mai resteranno impressi nel nostro cuore. La tua creatura, l’Associazione IDEA, vivrà per sempre nello spirito che ci hai insegnato»: così l’Associazione IDEA di Alessandria informa della scomparsa di Paolo Berta, che ne è stato fondatore e presidente, vero «guerriero per la Vita Indipendente delle persone con disabilità», come è stato definito (continua…)

Spese sanitarie diminuite nonostante la pandemia. Aumentate le diseguaglianze.

La stragrande maggioranza dei governi ha tagliato le proprie quote di spesa per la sanità, l’istruzione e la protezione sociale. Allo stesso tempo, si sono rifiutati di aumentare le tasse sui profitti eccessivi e sull’aumento della ricchezza. Il Commitment to Reducing Inequality Index (CRI Index) del 2022 è la prima analisi dettagliata sul tipo di politiche e azioni contro la disuguaglianza che 161 paesi potrebbero aver perseguito durante i primi due anni della pandemia. L’indice mostra che, nonostante la peggiore crisi sanitaria in un secolo, metà dei paesi a basso e medio reddito ha tagliato la propria quota di spesa sanitaria nei propri bilanci. Quasi la metà di tutti i paesi ha tagliato la propria quota andando alla protezione sociale, mentre il 70 per cento ha tagliato la propria quota andando all’istruzione. Poiché i livelli di povertà sono aumentati a livelli record e i lavoratori hanno lottato con prezzi elevati da decenni, due terzi dei paesi non sono riusciti ad aumentare il salario minimo in linea con la crescita economica. Nonostante l’enorme pressione sulle finanze pubbliche, 143 paesi su 161 hanno congelato le aliquote fiscali sui cittadini più ricchi e 11 paesi le hanno persino abbassate. (Continua

Non si può scendere in piazza senza aver chiaro per che cosa si manifesta.

…Bisogna ricordare che la pace non è la vittoria, come non può essere la sconfitta. E bisogna dire almeno quattro No: No all’invasione e alle annessioni. E questo vale per Putin. No all’invio di armi per attizzare il fuoco. E questo vale per la NATO, per Draghi e Meloni.  No alle sanzioni. E questo vale per Biden e mezzo mondo che vuole buttare fuori della storia l’altro mezzo mondo. No al “principio guerra” come vanto e stato del mondo. E questo vale per Zelensky. E dire quattro Sì: Sì al “Cessiamo il Fuoco”. Sì all’unità umana. Sì alla Terra di Tutti. E in questo ottobre che ricorda quello del 1962, in faccia ai popoli oppressi dire Sì alla Terra di Tutti e particolarmente alla Terra degli altri. E questo vale per noi.
Clicca qui Raniero La Valle.

Piano per la pace in Ucraina scritto da un gruppo di diplomatici non più in servizio attivo.

Per dare concretezza  alle manifestazioni di pace che chiedono il cessate il fuoco, da tempo abbiamo sostenuto come ipotesi di mediazione: 1) L’autodeterminazione. Dunque, effettuare nuovamente i referendum nelle regioni di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia sotto la supervisione dell’Onu, così da fugare ogni dubbio avanzato dall’occidente circa la loro validità. Eventualmente la Russia dovrà andarsene se questa è la volontà del popolo. 2) Il riconoscimento.  Riconoscere formalmente la validità del referendum del 2014 dunque la Crimea come parte della Russia, come lo è stata dal 1783 (fino all’errore di Krusciov del 1954) 3) La neutralità. L’Ucraina continui a stare fuori dalla Nato, neutrale.

Ci riconosciamo perciò nell’appello (clicca qui) lanciato da un gruppo di diplomatici non più in servizio attivo, che chiede al governo italiano di farsi promotore in sede europea di una forte iniziativa diplomatica mirante all’immediato cessate il fuoco e all’avvio di negoziati tra le parti al fine di pervenire:

1) al simmetrico ritiro delle truppe e delle sanzioni;

2) alla definizione della neutralità dell’Ucraina sotto tutela dell’ONU;

3) allo svolgimento di referendum gestiti da Autorità internazionali nei territori contesi.

Sterilità maschile provocata dai Pfas.

Due medici vicentini, Francesco Bertòla specialista in ematologia ed Enrico Ioverno endocrinologo e andrologo, stanno conducendo per conto di “Isde Italia Medici per l’ambiente” una ricerca che interessa il Veneto centrale in relazione agli effetti sulla fertilità maschile della contaminazione da Pfas. Pertanto hanno lanciato un appello (su pagina web creata ad hoc da Isde  ovvero www.isde.it/pfas uominiepfas@isde.it +3904441497308) rivolto a novecento volontari da individuare in una fascia d’età compresa fra i 18 ed i 36 anni: lo studio è completamente gratuito e ogni eventuale anomalia, anche se esula dal problema Pfas, sarà segnalata ai medici di base in modo che possano  dare il via agli accertamenti e alle cure del caso.

Ad Alessandria è pensabile che alcuni medici di ematologia, endocrinologia e andrologia, possano intraprendere analoga iniziativa?