Continuano a crescere i Pfas (PFOA C6O4 ADV) nelle falde di Alessandria, sia all’interno che all’esterno della Solvay.

Valori di concentrazione altissimi nelle acque superficiali, sia nei valori massimi che nei minimi, e soprattutto per il cC6O4, ma già compromessi i sottostanti livelli intermedi e addirittura profondi. Attenzione. I valori soglia  “generosamente” (dovrebbero essere zero) indicati dal Ministero dell’Ambiente per il PFOA sono 0,5 µg/L e 0,1 µg per interazione acque superficiali. I valori soglia di cC6O4 e ADV -che dovrebbero essere ancora più bassi-  non sono presi in considerazione dal Ministero. 

I dati Arpa, riferiti alla campagna di monitoraggio di giugno-luglio 2021, evidenziano che all’interno del sito Solvay di Spinetta Marengo, per quanto riguarda il  livello più superficiale della falda (livello A): il  PFOA raggiunge il valore massimo di 68 µg/L (valore minimo 1,11 µg/L); il cC6O4 ha fatto registrare, tra i piezometri controllati da Arpa, la concentrazione massima di 739 µg/L (valore minimo 0,25 µg/L); in area interna è presente anche il composto ADV, con una concentrazione massima di 60 µg/L (concentrazione minima 0,24 µg/L). Limitatamente ai piezometri controllati da Arpa a dicembre 2020, i valori maggiori – nel livello più superficiale della falda (livello A) – erano stati registrati in uno stesso piezometro posto nel settore occidentale dello stabilimento (cC6O4 109, 41 µg/L e PFOA 21,7 µg/L). Rispettivamente, dunque,  di sette volte e di tre volte in più nel 2021 rispetto al 2020.  Addirittura un piezometro ha misurato 2 mg/l di cC6O4  !!

Per quanto concerne il livello intermedio dell’acquifero (livello B), i dati Arpa evidenziano internamente al sito la presenza di PFOA (valore massimo 0,47 µg/L), ADV (valore massimo 1,01 µg/L) e cC6O4 (valore massimo 0,45 µg/L). Infine, nel livello più profondo dell’acquifero (livello V), i dati Arpa mostrano presenza di ADV (0,15 µg/L) e cC6O4 (0,24 µg/L), valori che indicano una compromissione che sarà oggetto di ulteriore verifica.

Sempre più allarmante infine  il dilagare dei PFAS nel territorio all’esterno dello stabilimento:  nel livello più superficiale della falda il PFOA già supera abbondantemente e costantemente  il valore di 0,5 μg/L, il cC6O4 arriva a concentrazioni di  2,55 μg/L, il composto ADV-N2 a  concentrazioni  di 6,35 μg/L. Secondo Legambiente i dati pubblicati da Arpa relativi alle acque di falda dell’area che circonda lo stabilimento mostrano come i Pfas abbiano raggiunto un’area assai estesa della Fraschetta, già fino al Comune di Montecastello; il C6O4 è presente in concentrazioni di 25 volte superiori ai limiti suggeriti da Arpa,  l’ADV addirittura di 63 volte.

Sugli scarichi in Bormida  (clicca il video) fa testo la relazione della dottoressa Laura Valsecchi di IRSA-CNR (clicca qui)

Last but not least stiamo verificando l’esposto alla magistratura di Milano per quanto riguarda  la situazione ambientale e sanitaria attorno al centro di Bollate  dove Solvay ha sviluppato le ricerche sul cC6O4 e altri simili PFAS.

Movimento di lotta per la salute Maccacaro.

Solvay si fa beffe della Magistratura.

La multinazionale belga mostra nessunissima intenzione di eliminare i famigerati Pfas: si nasconde dietro la Lega, si fa beffe della condanna della Corte di  Cassazione per disastro ambientale e omessa bonifica, prende in giro  l’Arpa e sfida la Procura di Alessandria ad aprire finalmente il nuovo processo. Clicca qui sul Sito: “Solvay: né processi né monitoraggi fermeranno i Pfas a Spinetta Marengo”. Clicca qui Legambiente sulle complicità della Provincia e del Sindaco di Alessandria, e sul Ricorso straordinario al Capo dello Stato  e al Tribunale Amministrativo Regionale.

Nuove manifestazioni contro i Pfas Solvay.

Dopo la manifestazione di GreenpeaceLegambiente Movimento di lotta per la salute Maccacaro del 16 settembre davanti al tribunale (in concomitanza con il presidio a Vicenza per il processo Miteni), gli ambientalisti alessandrini con  sinergia  sono impegnati in una settimana di manifestazioni per lo stop ai Pfas (PFOA, C6O4, ADV) della Solvay di Spinetta Marengo (AL). 

Comincia il “Comitato Stop Solvay” e “Friday For Future” nell’organizzare al Laboratorio Sociale una Assemblea popolare per la serata del 26 settembre, dopo averla preparata nei due giorni precedenti partecipando alla Mobilitazione studentesca per la  giustizia climatica, con relativa Assemblea pubblica del pomeriggio, nonché nel corso di  una Serata musicale.

Proseguono GreenpeaceLegambiente Movimento di lotta per la salute Maccacaro in collaborazione con Pfas+Land, Mamme No Pfas, IRSA CNR, ISDE WWF, con due iniziative alla Casa di Quartiere, precorse da un intenso volantinaggio di informazione.

Venerdì 1° ottobre ore 20,45 con la proiezione del film “The Devil We Know”(2018), documentario investigativo della regista Stephanie Soechtig sui rischi per la salute derivanti dall’acido perfluoroottanoico: il famigerato PFAS PFOA ben noto nelle drammatiche vicende di Miteni di Trissino e Solvay di Spinetta Marengo.

Venerdì 8 ottobre ore 20:45 con Conferenza di approfondimento scientifico sui PFAS (Pfoa, C6O4 Adv). Interverranno esperti nazionali, medici, scienziati, avvocati e attivisti di  Greenpeace Italia, ISDE Medici per l’Ambiente, Legambiente,  IRSA-CNR Istituto di ricerca sulle acque, Pfas Land, WWF, Mamme No Pfas,  Movimento di Lotta per la Salute Maccacaro.

Miteni ha chiuso.

La Miteni di Trissino ha chiuso le produzioni ma ha lasciato una eredità ecosanitaria drammatica. Sono almeno 350mila gli abitanti del Veneto che attingono le acque inquinate da Miteni: clicca qui il video della  Conferenza finale del progetto LIFE PHOENIX.

I Pfas non li hanno solo bevuti dalla falda acquifera, ma anche mangiati con prodotti di tutta la catena alimentare coltivata e allevata nella zona dell’inquinamento. Nascosto dalla Regione, desecretato dal Tar, lo Studio  del “Piano di campionamento degli alimenti per la ricerca di sostanze Perfluoroalchiliche” era stato realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità. Clicca qui anche qui.  

Nascondendo di dati, le autorità locali e gli enti di controllo ambientali  hanno ritardato gli studi epidemiologici,  gli interventi amministrativi di bonifica e le indagini penali a carico dell’azienda chimica Miteni: clicca qui.  Dunque a Vicenza si celebra, prossima udienza il 30 settembre,  uno dei  più grandi processi ambientali in Italia, gemello di Alessandria, clicca qui.

Ma la Solvay continua a produrre Pfas.

La Miteni ha chiuso ma a Spinetta Marengo Solvay produce i cosiddetti “sostituti a catena corta”, C6O4 e ADV, scaricandoli in falda e in Bormida. Bioaccumulabili e mobili, negli effetti sono del tutto equivalenti, anzi peggio. Solvay li aggiunge al vietato PFOA che già sta inquinando l’area alessandrina. Infatti, importante, nel  video della  Conferenza finale del progetto LIFE PHOENIX (clicca qui), ascolta al minuto 20 la relazione della dottoressa Laura Valsecchi di IRSA-CNR

Battaglia Ue contro i nuovi Pfoa: sono dannosi come i vecchi.

Mentre a Spinetta Marengo Solvay insiste per imporre i Pfas C6O4 e ADV, la Corte di giustizia dell’Unione europea sta cercando di fermare  i sostituti degli Pfoa in quanto altrettanto  altamente persistenti, mobili, con  effetti tossici, in particolare per il fegato, i reni, il sangue e il sistema immunitario. Clicca qui. Ovvero qui.

I Pfas futura catastrofe sanitaria: l’unica soluzione è non utilizzarli più. Cioè metterli al bando, fissare “limiti zero alle emissioni”.

Sono ormai ovunque,  in moltissimi oggetti di uso quotidiano ma anche nell’acqua piovana, negli oceani e nella polvere delle nostre case. Contaminano acqua, aria, suolo e ovviamente anche l’organismo animale (trovati nelle uova) e umano (trovati nel sangue e nel latte materno ).  L’esposizione è stata collegata a problemi di fertilità, cambiamenti nel metabolismo e un aumento del rischio di obesità e cancro. Sono impossibili da arginare: sia quelli (il Pfoa) che respingendo l’acqua e risalendo in superficie sono  nuovamente rilasciati nell’atmosfera, sia quelli (il C6O4) che  si dissolvono in acqua e rimangono vicino alla superficie, in uno strato tra i 50 e i 200 metri di profondità.

Il professor Ian Cousins, chimico ambientale dell’Università di Stoccolma, ha studiato per oltre 20 anni i Pfas e ha concluso dunque  che potranno avere effetti catastrofici sulla salute umana a lungo termine  quando sarà toppo tardi per fare qualcosa, dunque l’unica soluzione è non utilizzarli più. Clicca qui.

“Limiti zero Pfas” e limiti del Movimento Cinquestelle.

Dunque i  Pfas rappresentano una  futura catastrofe sanitaria: l’unica soluzione è non utilizzarli più. Cioè metterli al bando, fissare “limiti zero alle emissioni”. L’impegno dei “limiti zero Pfas” era stato assunto dal ministro all’Ambiente, Sergio Costa (Cinquestelle) proprio mentre la Commissione parlamentare ecomafie aveva sottoposto ad indagine la questione nazionale PFAS. Costa ha tradito l’impegno solenne (parola di Generale) e ora, nel cambio di governo, non ci possiamo aspettare molto dal nuovo ministro Cingolani benché sia stato scelto da Beppe Grillo (nell’immagine). Parimenti si è indebolita l’azione della Commissione parlamentare, della quale però resta attivo l’interessamento  del medico nonché onorevole Alberto Zolezzi (Cinquestelle), membro della commissione Ambiente alla Camera e della bicamerale sulle Ecomafie, come si evince nel suo intervento   nell’audizione della Procura di Vicenza in Commissione Ecomafie: clicca qui il video. 

Proprio in  questi giorni Zolezzi ha ribadito l’impegno: “Va contrastato il tentativo di spostare la produzione di Pfas a Spinetta Marengo, in Piemonte, esponendo un altro territorio ai pericoli ormai acclarati collegati alla diffusione di queste sostanze, che sono immunotossiche e riducono la risposta alle malattie infettive e ai vaccini”. Staremo a vedere.

Il Dossier “Pfas. Basta!

Il Dossier “Pfas. Basta!” è disponibile on line a chi ne fa richiesta. In oltre 300 pagine racconta la storia in Italia delle lotte contro gli inquinatori Solvay e Miteni, dalle denunce degli scarichi in Bormida degli anni ’90 fino ai processi 2021 ad Alessandria e Vicenza. Una lunga storia di mobilitazioni anche contro connivenze, complicità, corruzioni, ignavie di Comune, Provincia, Regione, governo, Asl, Arpa, sindacati, magistratura e giornali. Tutti i nostri libri sono stati stampati a spese degli autoriIl ricavato è stato interamente devoluto alla Ricerca per la cura del mesotelioma di Casale Monferrato. Il Dossier è esaurito in stampaPer la versione digitale, occorre comunicare a movimentolotta.maccacaro@gmail.com l’indirizzo mail e l’avvenuto versamento (minimo euro 20) sul conto IBAN IT68 T030 6910 4001 0000 0076 215 (specificando causale) oppure tramite PayPal lubaja2003@yahoo.it.

 

Bluebell chiede la testa di Ilham Kadri, amministratore delegato di Solvay.

L’analisi del Fondo attivista britannico su Solvay, si definisce ad  “un caso da manuale”: ”Nel dicembre 2019 la Cassazione italiana condannò Solvay per disastro ambientale, e già nel 1999 l’Oms individua le spiagge bianche di Rosignano come priorità nei punti inquinanti del Mediterraneo”. L’analisi infatti, specifica Bluebell,  è anche un paradigma di come il marketing ‘verde’ possa rischiare di stendersi come un velo di ipocrisia sui sacrosanti principi di rispetto per l’ambiente, gli impatti sociali e la governance delle aziende, che sempre più gli investitori pretendono nelle loro scelte, in tandem con i cittadini. Clicca qui.