Occorre una insurrezione.

2 ottobre giornata internazionale della nonviolenza

… ripetiamo ancora una volta che occorre un’insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori più atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalità che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all’umanità. Occorre opporsi al maschilismo… al razzismo, alla schiavitù, all’apartheid… alla strage degli innocenti nel Mediterraneo … alle  disposizioni razziste ed incostituzionali contro gli emigranti… a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre… a produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini… a tutte le spese militari… a tutte le organizzazioni armate… alla distruzione di quest’unico mondo vivente… Insomma occorre opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l’esempio, l’educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. Per saperne di più clicca qui.

A sessant’anni dalla prima marcia Perugia Assisi.

Appello del Comitato PerugiAssisi. Promuoviamo  con ancora maggiore determinazione la partecipazione alla Marcia della pace PerugiAssisi del prossimo 10 ottobre. Dobbiamo fare ogni sforzo affinché tante donne e uomini capiscano la gravità della situazione e scelgano di fare questo gesto di corresponsabilità! Come sappiamo, non c’è solo l’Afghanistan. Anche oggi le guerre e i massacri continuano in Iraq, Siria, Libia, Yemen, Palestina, Etiopia, Repubblica Democratica del Congo, Somalia,… E non ci sono solo le guerre. La pandemia è ancora in pieno corso in tante parti del mondo e i ricchi si tengono i vaccini; la crisi sociale ed economica è molto pesante, specialmente per i più poveri e vulnerabili; la crisi climatica sta peggiorando e in molti vengono travolti da incendi, alluvioni, tifoni, siccità,…

Anche in Afghanistan, come sempre, “i più vulnerabili tra i vulnerabili”.

Ancora una volta, come sempre accade nel mondo in situazioni di emergenza dovute a guerre, calamità naturali o disastri causati dell’uomo, le persone con disabilità, e in particolare i bambini e le donne con disabilità, continuano ad essere “i più vulnerabili tra i vulnerabili” come viene testimoniato dall’Associazione Nove, impegnata già dal 2012 nel Paese asiatico, con vari progetti rivolti alle persone più vulnerabili (continua…)