Notte di resistenza in Clarea.

Notte di resistenza in Clarea, presidio ai Mulini circondato dalla polizia ma tentativo di sgombero respinto dai notav incatenati e barricati sugli alberi.

Le ruspe stanno sbancando una parte delle rive del Torrente la polizia impedisce giornalisti di accedere alla zona

Senza nascondersi dietro il Covid.

Uno degli effetti negativi dell’emergenza pandemia è che si continua a dimenticare che la maggioranza dei decessi sono dovuti a malattie da contaminazioni tossiche (nell’aria, nell’acqua, negli alimenti, nei tessuti ecc.) e dalle condizioni di lavoro e di vita spesso poco sane e insostenibili non certo per scelta delle vittime … Sono le “insicurezze ignorate” bellamente neglette da tutti i governi e trascurate anche da agenzie di prevenzione e controllo, enti locali, forze di polizia e anche magistratura,  proprio perché il “comune sentire” le colloca nella sfera delle “fatalità” (vedi appunto i morti di tumori, malattie cardiovascolari, parkinson, alzheimer ecc.)

Allora tutti dobbiamo continuare a sollecitare la priorità dei rischi di malattie da contaminazioni tossiche e condizioni di lavoro e di vita malsane … ergo evitare di parlare genericamente di sanità …

La ripresa di tutte le attività e l’ossessione per colmare le perdite del PIL rischiano di aumentare proprio tutti i rischi prima accennati … non a caso tanti governanti e attori economici reclamano “meno lacci e lacciuoli”, cioè meno vincoli per il rispetto dei rischi  sanitari e ambientali e persino per i rischi di collusioni con le mafie …

turi palidda

La crisi prima della crisi secondo Terre in movimento Ecologia popolare.

L’attuale pandemia non è un incidente di percorso. La crisi sanitaria e gli effetti economici, sociali e politici che ha scatenato non sono una catastrofe inattesa. Sono, al contrario, la diretta conseguenza di un modo di pensare e di agire, di un modello di sviluppo economico e culturale che tiene poco conto del valore della vita e delle sue condizioni essenziali. Un modello su cui si basa il nostro stile di vita, al punto che … Continua a leggere

Quattro cose da fare subito contro il razzismo, la schiavitù, l’apartheid.

1. far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro;
2. abolire la schiavitù in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio “una persona, un voto”; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti  è privato di fondamentali diritti non è più una democrazia;
3. abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalità costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani;
4. formare tutti gli appartenenti alle forze dell’ordine alla conoscenza e all’uso delle risorse della nonviolenza: poichè compito delle forze dell’ordine è proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza è la più importante risorsa di cui hanno bisogno.

Peppe Sini direttore “La nonviolenza è in cammino”