Sopra le falde migliaia di tonnellate rifiuti tossici e nocivi del polo chimico di Bussi.

Inquinamento diffuso, anche per le falde acquifere, a seguito di deposito incontrollato, in contrasto e senza autorizzazione e senza alcuna sicurezza, in un’area di oltre 70.000 mq, di migliaia di tonnellate di scorie industriali e rifiuti tossici e nocivi derivanti dalla storica produzione industriale del polo chimico ex Montedison (oggi Solvay). L’ordinanza provinciale che lo certifica è stata notificata dalla Provincia di Pescara alla Edison spa.

Ennesima fuga di gas dallo stabilimento Solvay di Spinetta Marengo. Solvay querelerà per diffamazione a mezzo stampa?

Per l’ennesima volta enti locali ed Arpa non sono stati avvertiti nonostante sia stata data l’Allerta di Stabilimento. Ricorrenti le denunce da parte della Sezione di Medicina democratica che definisce gravissimi questi eventi per una azienda ad alto rischio chimico. Interviene sui giornali anche l’ex assessore ambiente Claudio Lombardi: “La centralina Solvay di via del Ferraio a Spinetta ha segnalato la presenza di PFIB (Perfluoroisobutene) in concentrazione di circa 5 microgrammi/m3, anche se è ad una notevole distanza dallo stabilimento: ci chiediamo quale sarà stata la concentrazione misurata all’interno e nelle immediate adiacenze dello stesso. Le fughe di tale pericolosissimo gas non devono tassativamente avvenire: ne va della salute di lavoratori e cittadini. L’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) prescrive che il monitoraggio venga effettuato dall’ente pubblico e non da Solvay (il controllato non deve essere controllante) e nel punto di maggior ricaduta dei gas inquinante come fu fatto realizzare dal Comune nel 2016 per quanto riguarda acido cloridrico e fluoridrico ”. L’azienda come sempre ha definito l’incidente “un episodio limitato sia nel tempo che nella consistenza”. Per un “episodio” del genere, segnalato dalla Sezione di Livorno, Solvay ha denunciato Medicina democratica per diffamazione a mezzo stampa.

Scoperta-shock: l’inquinamento mette a rischio la fertilità dei giovani.

La ricerca condotta dall’Università di Padova su mille ventenni veneti parla chiaro: “Gli agenti inquinanti riducono la produzione di spermatozoi e la lunghezza dell’organo riproduttivo maschile”. Clicca qui. Nel mirino tra gli interferenti endocrini anche i PFOA, prodotti da Miteni di Trissino, oggetto in Veneto di una indagine di massa della Regione. Latitanza della Regione Piemonte invece per il Pfoa della Solvay di Spinetta Marengo. Eppure già dal 2015 Il Rotary Club di Alessandria, la Fondazione Cassa di Risparmio, l’Ufficio Scolastico Provinciale con la Struttura organizzativa complessa di Urologia dell’Ospedale di Novi Ligure (AslAl) in collaborazione con la Soc di Urologia dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria, hanno avviato il progetto Pass (Progetto Andrologico Screening Studenti): clicca qui.