Dove Dante collocherebbe i Cinquestelle? E Beppe Grillo?

Abbiamo chiesto un incontro, urgente, al ministro all’ambiente Andrea Costa. Per sapere la verità. Vale il suo impegno solenne di fissare LIMITI ZERO alle emissioni dei PFAS? Oppure valgono i limiti cancerogeni che Solvay/Miteni hanno dettato al suo ministero? Ebbene, Costa non ha convocato né i piemontesi né i veneti. Brutto segnale. Procrastinare il volta gabbana a dopo le elezioni pare una furbizia che non salva i voti ai Cinquestelle. I grillini sono già accusati di tradimento ad ambiente e ambientalisti: Tav Valsusa, Tav Terzo Valico, TAP, Ilva, Acqua Pubblica, nonché alla pace e ai pacifisti.  Non ci voleva anche il tradimento PFAS. Dante colloca i traditori nella zona più bassa dell’Inferno, i più lontani da Dio. Infatti hanno violato il patto “di che la fede spezïal si cria”: rappresentano il peggio  della degradazione umana e nel gelido contrappasso sono retrocessi nella loro immobilità a “pietre umane”. Dante non perdona: “Mei foste state qui pecore o zebre!”. Lo faranno gli elettori Cinquestelle? perdoneranno la violazione del patto? in quale misura i grillini subiranno la legge del contrappasso? Il loro ex voto andrà all’astensione piuttosto che all’ancòra più immeritevole concorrenza. Magra consolazione. Ma a Beppe Grillo piacerà il Purgatorio, tra i pigri e gli accidiosi? 

Terza stazione Alta Velocità di Venezia: progetto devastante.

Perciò differito al dopo elezioni. Esiste invece una proposta alternativa di connessione ferroviaria ad asta con stazione di testa” per treni locali che viaggiano in superficie, costa un quarto del “cappio” e si realizza in metà tempo, tre anni, buoni anche per le olimpiadi, riducendo al minimo scavi e cantieri. Clicca qui: fermare il cappio finchè siamo in tempo.

MoSE: promemoria per i governi.

Un’opera sbagliata che è stata approvata e ha potuto evolversi avvalendosi di un sistema corruttivo diffuso e ramificato, come è stato accertato dalle indagini della Magistratura. Il sistema MoSE è inutile pericoloso dannoso e incompatibile con il sistema lagunare e le attività portuali. Saranno i cambiamenti climatici ad affondare il MoSE. Bisogna bloccare i lavori , con varianti in corso d’opera.  Ecco la città ed il territorio che vogliamo: clicca qui.

Occupata raffineria ENI di Porto Marghera.

A conclusione del Venice Climate Meeting gli attivisti e le attiviste del Venice Climate Camp si sono diretti verso la raffineria ENI di Marghera.

L’azione di sanzionamento rientra nel percorso che da oggi vuole unire le tante realtà che hanno partecipato alla settimana di discussione e confronto.

Eni è tra le massime aziende italiane responsabili dell’estrazione dei carburanti fossili e delle emissioni clima alteranti.

Azione diretta contro chi provoca il cambiamento climatico.

È il momento di fermare chi sfrutta e devasta il pianeta.

Vecchio copione a Venezia: imprenditori e lavoratori contro cittadini.

Grandi navi nel porto, invece a Genova.

Ben lontana dai numeri annunciati, manifestazione, organizzata dagli addetti del porto crociere di Venezia e dai lavoratori dell’indotto, per chiedere la ripartenza delle “grandi navi da crociera” in laguna, anche tramite l’escavazione dei canali e il lancio del Mose.

Memoria ligure in vista delle elezioni.

E’ prevista la costruzione di un biodigestore a Saliceti in provincia di La Spezia. La Regione ha favorito non il governo della materia “rifiuti come risorsa “ ma piuttosto la privatizzazione del settore lasciando da parte ogni tentativo di programmazione. Sostanzialmente la Liguria è rimasta ancorata alla visione del combustibile secondario da bruciare fuori regione  senza mai affrontare il nodo di riduzione degli imballaggi e dei rifiuti in genere, di riuso, di riciclo, differenziata porta a porta , di rifiuti zero, di prevenzione e di educazione ambientale. Questa situazione può portare alla nascita d impianti come quello a Saliceti con tecnologia discutibile e assolutamente sovradimensionato: pronto ad ospitare l’umido genovese e non solo che viaggerebbe in tutta la Liguria, piuttosto che  realizzare impianti di trattamento dell’umido nell’ambito della vera Raccolta differenziata.

Facciamo respirare il Mediterraneo.

La campagna internazionale si propone di ottenere dagli stati membri europei che si affacciano sul Mediterraneo (Italia, Grecia, Spagna, Francia) la designazione delle loro acque nazionali e l’intero Mediterraneo “Zona controllata per le emissioni di zolfo” (area SECA) adottando le normative e i limiti imposti a livello internazionale per queste aree. I porti italiani dovranno seguire l’esempio (clicca qui) di alcuni porti virtuosi che in diverse parti del mondo si stanno radicalmente trasformando per diventare sempre più ecocompatibili.

M5S: “No al Pfas C6O4 mostro sulle rive del Po”.

Il Movimento Cinquestelle ha fatto una interpellanza (clicca qui) al ministro dell’ambiente Sergio Costa sostenendo “Non facciamo nascere un altro mostro sulle rive del Po” riferendosi alla autorizzazione AIA  per il pfas C6O4 che Solvay ha chiesto alla Provincia di Alessandria. Costa aveva già anticipato la risposta all’interpellanza tramite un inequivocabile  preciso impegno: “Abbiamo stabilito di abbassare a livello nazionale i limiti fino allo zero laboratoriale i livelli di Pfas, dando ovviamente alle Regioni la competenza per il monitoraggio” (clicca qui). Il M5S  si batterà  a mantenere gli impegni, senza ripetere una ulteriore delusione al mondo ambientalista?

L’intelligenza artificiale della Solvay.

L’attuale disastro ecosanitario è il risultato di come Solvay abbia tutelato e tuteli il territorio dall’inquinamento terra-aria-acqua provocato senza soluzione di continuità dal suo stabilimento di Spinetta Marengo. Questo eccezionale risultato, tragicamente misurabile in morti e malattie, è stato conseguito in condizioni meteorologiche normali. Ma se dovessero verificarsi fenomeni meteorologici di eccezionale portata? Niente paura, Solvay è preparata ad affrontarli con “la consolidata ottica di prevenzione,” tramite “un innovativo sistema di previsione dei fenomeni meteo eccezionali”, che susciterà l’invidia di Luca Mercalli. A dire il vero, precisa il comunicato stampa aziendale (clicca qui CorriereAL), già ora la barriera idraulica è da considerarsi degna di lode, a prescindere dai 21 cancerogeni (tra cui il Pfas C6O4) che sempre fluttuano in falde e acquedotti. Ma addirittura questa efficienza “d’avanguardia” sarà miracolata da un “innovativo sistema di intelligenze artificiali”. Tra queste intelligenze, noi annoveriamo la connivenza degli Enti locali auspicata per l’autorizzazione AIA al C6O4.

Contaminazione PFAS: non si salva nemmeno l’Artico.

Questi cancerogeni, a causa della loro elevata stabilità, possono resistere nell’ambiente praticamente “per sempre”. Drammatico è l’allarme dei ricercatori internazionali tedeschi e americani  (clicca qui): abbiamo individuato diversi tipi di sostanze perfluoroalchiliche nelle acque dell’Oceano Artico. Dunque è provato che i Pfas si spostano non solo nelle acque ma anche in atmosfera.

E’ ciò che infatti probabilmente è avvenuto per l’avvelenamento di pfas cC6O4 nell’acquedotto di  Montecastello (Alessandria), cioè a notevoli chilometri di distanza dallo stabilimento Solvay che, secondo le analisi, ha già contaminato le falde dell’area di Spinetta Marengo. Eppure Regione, Provincia e Comune vorrebbero rilasciare nuova autorizzazione AIA alla multinazionale belga. Alla faccia del monito dell’Onu “Necessarie azioni urgenti” raccolto in Italia dal ministro Costa fissando il limite zero per i PFAS.

Da “Foresta Incantata” a “discarica di paese”.

Questa può essere la fine  di un monumento della natura, nella “civilissima” Italia, ed è la fine che sta facendo il Bosco di Policoro, o meglio quello che ne resta. Era un grandissimo Bosco, plurisecolare, intramezzato da aree palustri ricchissime di fauna, uno degli ultimi boschi planiziari, a carattere mezzo idrofilo sulle coste mediterranee. Chi vide questa meraviglia, nel 1956, ancora quasi intatta, parla di un bosco esteso sulla riva sinistra della Valle del Sinni, dalla foce a santa Maria d’Anglona, per ben 13 km, ma… (continua Gianni Gobbi, naturalista entomologo).

Un collegamento ferroviario dannoso per Venezia.

Il “Progetto del Collegamento ferroviario con l’aeroporto Marco Polo di Venezia” presentato alla Regione  Veneto per la Valutazione di Impatto Ambientale costituisce l’ennesima violazione da parte dello Stato italiano delle decisioni adottate dall’UNESCO, attraverso il Comitato per il Patrimonio Mondiale (WHC), per la tutela del sito “Venezia e la sua Laguna”. Clicca qui Italia Nostra.

Il coronavirus è una vendetta della natura violentata.

Il pericolo principale è pensare al coronavirus come un fenomeno isolato, senza storia, senza contesto sociale, economico o culturale. Non c’è normalità alla quale ritornare quando quello che abbiamo reso normale ieri ci ha condotto a quel che oggi abbiamo. Il problema che affrontiamo non è solo il capitalismo in sé, ma anche il capitalismo in me. Clicca qui

Ponte Renzo Piano, TavTerzo Valico e Gronda: grande spreco di grandi opere inutili e dannose.

Il professor Salvatore Palidda invita ad esaminare i numeri nelle  video interviste, clicca qui https://www.youtube.com/watch?v=VbkMbj37jEIhttps://www.youtube.com/watch?v=2fApPH7XHYo , di Marco Ponti (professore di ecologia applicata, ingegnere membro dell’autorità di regolazione dei trasporti…) e di Giovanni Solari (professore di Tecnica delle costruzioni dell’Università di Genova, membro del comitato tecnico per l’ambiente …) per condividere le sue  conclusioni. Queste ‘grandi opere’ sono di fatto criminali.  Era proprio necessario rifare un ponte come quello che si sta facendo? Non si poteva  puntare su un percorso che da sopra Bolzaneto scende verso l’Aeroporto sul fianco destro del Polcevera, quindi senza bisogno di fare un tale ponte che riporta come il Morandi un’autostrada che piomba sulla città? E perché rilanciare il trasporto su gommato anziché rinnovare e sviluppare la rete in disuso o già esistente della strada ferrata,  opera che peraltro renderebbe ancora più inutile il Terzo Valico e la Gronda? Clicca qui l’analisi di Salvatore Palidda e il giudizio su “l’impostura trionfalistica dei vari pennivendoli e personaggi del potere”.

Valsusa: laboratorio di nuove pratiche repressive.

Luca, Nicoletta e gli  Altri. Che fare? Convegno a Bussoleno promosso dal Controsservatorio Valsusa.

Nella Newslettera di Doriella&Renato  (clicca qui) troverete anche, fra le tante iniziative di lotta NoTav, il convegno sui tragici avvenimenti del confine italo-jugoslavo e sulle manipolazioni storiche emerse a seguito dell’introduzione della Giornata del Ricordo delle foibe.

AAA Cercasi portavoci dell’ambiente per Venezia.

A 8 anni  dalla  prima manifestazione, il Comitato No Grandi Navi Laguna Bene Comune si  sente nella posizione migliore (non essendo direttamente parte in causa) per poter prendere pubblicamente parola sulla prossima tornata elettorale delle amministrative di Venezia. Perciò decide di rivolgere un appello all’unità a tutte quelle forze a vocazione civica che a Venezia rappresentano un patrimonio importante: dagli ambientalisti “storici”, passando per le nuove esperienze di partecipazione fino a chi, per stare più vicino alle esigenze dei residenti, ha scelto di abbandonare partiti ormai delegittimati. (continua)

La Valsusa non si ferma mai.

Clicca qui tutte le prossime iniziative di lotta NoTav nella newslettera di Doriella&Renato:  Antifascismo, Mal di Balcani, Friday For Future, Contro la repressione, CAAT, A21, Clima e aggiornamenti. La newlettera è postata anche ogni giovedì su Trancemedia.EU nella sezione Sotto il Moloch: https://www.trancemedia.eu/sotto-il-moloch/

Valli Stura e Orba protestano.

Il Gruppo Viabilità Valli Stura ed Orba , da gennaio  affiancato dal Comitato Difesa Trasporti Valli Stura ed Orba,  con i sindaci  ha organizzato una manifestazione  davanti alla Provincia di Genova per “ il potenziamento della sicurezza e miglioramento effettivo del trasporto pubblico, intensificazione delle comunicazioni tra i vari soggetti interessati, e soppressione del pedaggio sulla tratta autostradale Ovada-Genova Prà nell’attesa dello stabilimento di condizioni di viabilità degne di un paese civile e progredito”.

Dimenticando la sparizione della spiaggia di Alassio, i disastri dei porti di Rapallo e Varigotti, le colline che franano a valle.

Dimenticando le mareggiate, l’innalzamento del livello del mare, unite all’incuria, all’abbandono, alle mancate manutenzioni, il Presidente della Regione Toti e il Sindaco di Genova Bucci  promuovono fori nei monti e nuovi porti,  addirittura il seppellimento del borgo marinaro e degli spazi verdi di Nervi: clicca qui Antonella Marras e Danilo Zannoni – Coordinatori Simonetta Astigiano – Presidente Associazione L’Altra Liguria.

Crollano le scuole e i ponti ma si sprecano altri soldi per nuove “grandi opere”.

Sono 113, clicca qui,  le gallerie incriminate dal Consiglio superiore dei lavori pubblici come prive di sicurezza, compresa la galleria Bertè sulla A26 dove sono crollate due tonnellate di cemento.  Nella mappa invece sono tracciati i viadotti a rischio in Italia (praticamente tutti). I principali proprietari delle autostrade sono: Gavio (A6, A10, A12),  Benetton (A26, A3,A16, A14, A1) e Toto (A24), i quali sono responsabili delle manutenzioni e dei crolli. I responsabili delle manutenzioni e dei crolli delle scuole sono invece i governi (locali e nazionali). Negli edifici scolastici si registra un crollo ogni tre giorni di scuola; 276 dal 2013; nell’anno scolastico 2018-2019 si contano 70 episodi di crolli di cui 29 al Nord (soprattutto Lombardia), 17 al Centro (in testa il Lazio) e 24 al Sud (prima la Campania) che hanno provocato il ferimento di 17 studenti. Cosa si aspetta a varare un piano straordinario di investimenti per mettere in sicurezza e ristrutturare gli edifici scolastici? Questo sì che sarebbe una grande opera utile! Invece, per nulla pentiti del via a Tav Valsusa e Tav Terzo Valico, perfino i Cinquestelle esultano per i miliardi di altre “5 grandi opere buone” senza calcolarne i benefici: clicca qui l’analisi di Marco Ponti.

Cortei per il quarto sciopero globale Fridays For Future.

A ridosso della COP25 in Cile. Un’altra protesta contro i potenti della terra, le multinazionali e chi detiene il potere economico e politico. Il movimento ecologista si intreccia con il femminismo, l’antirazzismo e le battaglie legate ai temi del lavoro, così come a una critica al sistema patriarcale, sessista, razzista, colonialista, machista”. “Siamo la resistenza”, scrivono sempre gli attivisti.

Clicca qui la resistenza in Valsusa nella newslettera di Doriella&Renato.

Presidente Conte, blocca il Mose.

Nel documento consegnato al presidente del consiglio, Nograndinavi, NoMose, Fridays for future ribadiscono la necessità di bloccare i lavori del Mose incentivando invece interventi di salvaguardia della laguna veneziana.  E rilanciano  una grande giornata di mobilitazione europea nei prossimi mesi con l’obiettivo di porre la lotta alla crisi climatica al centro della discussione politica e mediatica. E’ quanto chiede l’assemblea del  23 novembre: una partecipazione  mai vista a Venezia, strapieno anche il campo San Leonardo dove le centinaia di persone che non sono riuscite ad entrare hanno potuto seguire gli interventi dal maxischermo.

Assemblea Rinascimento Genova.

Assemblea Mercoledì 11 dicembre, dalle ore 17:00 alle 19:00 Circolo Lo Zenzero, via Torti 35 Genova. Prevenzione primaria del dissesto idrogeologico. Monitoraggio dei fumi portuali e prevenzione inquinamento. Genovina, la nuova strada a mare proposta. Iniziative di  promozione mobilità cittadina a basso impatto ambientale e sanitario.

Crollano i ponti autostradali ma non i Benetton e i Gavio che li gestiscono.

Prima di avventurarsi sui viadotti ormai gli autisti si fanno il segno della croce, o altri gesti. Le due dinastie invece sono salde come rocce. Infatti sono vincitrici, a furor di popolo, degli ambìti Premi Attila. L’ultimo l’ha meritato la famiglia Benetton: clicca qui.  E’ più vecchio il Premio Attila per i Gavio (clicca qui)  perché fu dedicato  al capostipite, perciò alleghiamo un aggiornamento riferito agli eredi: clicca qui.  

Val di Susa, fotoviaggio tra sprechi, inutilità e fatiscenza.

Non  solo fotografie, ma la storia di una Valle la nostra, che qualcuno vorrebbe svuotare di vita e resistenza per consegnarla inerme a quella devastazione che accomuna la Valle di Susa agli infiniti territori messi a ferro e fuoco da un sistema sempre più irresponsabile e violento. Presentazione di Nicoletta Dosio. Clicca qui nella newslettera di Doriella&Renato, insieme alle altre iniziative di lotta:  corteo per sostenere la resistenza della popolazione e delle Forze Siriane Democratiche, Fridaysforfuture, assemblee, cene, dibattiti…