Fraternità: utopia secondo natura.

CombinAzioni Festival: incontri e spettacoli a Montebelluna Trevignano Volpago del Montello Crocetta del Montello.

FLOWER POWER. I DIRITTI DELLE PIANTE – LE RESIDENZE D’ARTISTA. ESPERIENZE PER AVVICINARE ARTE E TERRITORIO – UN’ECONOMIA CIVILE COME STRUMENTO DI FRATERNITÀ E BENE COMUNE – LA NAVE DOLCE – ODE AGLI ALBERI. IL CORPO PAESAGGIO –

Scarica il programma completo in formato PDF.

Il MIR: storia, struttura, aree di lavoro, campagne e progetti.

Il M.I.R. (Movimento Internazionale della Riconciliazione), il cui acronimo inglese è IFOR (International Fellowship of Reconciliation), è un movimento internazionale, a base spirituale, composto di donne e uomini che sono impegnati nel praticare la nonviolenza attiva come stile di vita, come mezzo di riconciliazione nella verità e mezzo di trasformazione personale, sociale, economica e politica.

Il MIR italiano ha scelto come simbolo il charkha, l’arcolaio a ruota per filare il cotone. Gandhi chiedeva a tutti gli indiani di tessere da se stessi il cotone per rivalutare il lavoro manuale perché, attraverso la tradizionale attività artigianale, tutti potessero guadagnarsi il pane: per questo ne aveva fatto il simbolo della nonviolenza. Per noi rappresenta un richiamo alla semplicità di vita, ad un lavoro senza sfruttati e sfruttatori, rispettoso dell’ambiente; il modello di vita che perseguiamo.

Per saperne di più leggi di seguito. LEGGI ORA

Occorre una insurrezione.

2 ottobre giornata internazionale della nonviolenza

… ripetiamo ancora una volta che occorre un’insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori più atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalità che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all’umanità. Occorre opporsi al maschilismo… al razzismo, alla schiavitù, all’apartheid… alla strage degli innocenti nel Mediterraneo … alle  disposizioni razziste ed incostituzionali contro gli emigranti… a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre… a produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini… a tutte le spese militari… a tutte le organizzazioni armate… alla distruzione di quest’unico mondo vivente… Insomma occorre opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l’esempio, l’educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. Per saperne di più clicca qui.

A sessant’anni dalla prima marcia Perugia Assisi.

Appello del Comitato PerugiAssisi. Promuoviamo  con ancora maggiore determinazione la partecipazione alla Marcia della pace PerugiAssisi del prossimo 10 ottobre. Dobbiamo fare ogni sforzo affinché tante donne e uomini capiscano la gravità della situazione e scelgano di fare questo gesto di corresponsabilità! Come sappiamo, non c’è solo l’Afghanistan. Anche oggi le guerre e i massacri continuano in Iraq, Siria, Libia, Yemen, Palestina, Etiopia, Repubblica Democratica del Congo, Somalia,… E non ci sono solo le guerre. La pandemia è ancora in pieno corso in tante parti del mondo e i ricchi si tengono i vaccini; la crisi sociale ed economica è molto pesante, specialmente per i più poveri e vulnerabili; la crisi climatica sta peggiorando e in molti vengono travolti da incendi, alluvioni, tifoni, siccità,…

Asilo politico per tutte le afghane e gli afghani che sono in Europa!

Compresi i 220mila che sono già in Europa da anni. Infatti negli ultimi 12 anni l’Europa ha negato asilo a 290mila profughi afghani, rimpatriando oltre 70mila persone, di cui almeno 15-20mila erano donne. Ora i governi europei  dovrebbero impegnarsi per proteggerle garantendo asilo politico per tutte e tutti. Clicca qui.

Da Barbiana ad Assisi per dire con don Lorenzo Milani: “I care!”

Quest’anno la Marcia PerugiAssisi parte il 4 settembre da Barbiana con il motto di don Lorenzo Milani: I Care! Mi importa, mi sta a cuore, mi sento responsabile, voglio fare la mia parte. Clicca qui.  E il 10 ottobre daremo vita ad una nuova Marcia PerugiAssisi della pace e della fraternità a 60 anni dalla prima convocazione fatta da Aldo Capitini.

Salviamoli! Ora basta con le guerre!

In Afghanistan dobbiamo salvare più vite possibili. Donne, bambini, famiglie, attivisti. Senza dimenticare chi scappa dalla Libia e dalle altre guerre.

Governi e istituzioni devono fare l’impossibile. Ma ci sono cose che puoi fare anche tu! Partecipa alla Marcia PerugiAssisi della pace e della fraternità. Clicca qui

Il pacifismo sconfitto.

<<Il Movimento per la pace ‘seconda potenza mondiale’ sbaragliato nella ‘terza guerra mondiale’>>: così titola un capitolo di “Ambiente Delitto Perfetto” di Barbara Tartaglione e Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia **, che in 518 pagine di esempi analizza la fase storica che  caratterizza i Movimenti popolari italiani: dal fallimento del Movimento operaio degli anni ’80 il cui patrimonio   -di partecipazione conflitto protagonismo di massa democrazia dal basso-  risorge con l’ascesa dei Movimenti ecologisti e pacifisti, fino alla sconfitta epocale dello stesso ecopacifismo paradossalmente all’indomani della grande vittoria dei referendum acqua-nucleare del 2011. Dunque in questa sconfitta furono definitivamente appiattiti in Italia anche i vacillanti Movimenti pacifisti, che nel 2003 (come ricorda Fabrizio Burattini: clicca qui) avevano pur raggiunto l’apice internazionale, al punto che il New York Time li aveva definiti “la seconda potenza mondiale”. Dopo di che è proseguita con Afghanistan Iraq ecc. la “terza guerra mondiale”, come l’ha definita papa Francesco, che si combatte in tante ancor più sanguinose guerre locali. In Italia appresso le grandissime e memorabili, quanto perdenti, manifestazioni No Dal Molin, contro la guerra c’è stato “un calo di interesse pauroso” commenta sul libro Alex Zanotelli che però annuncia di non demordere soprattutto avendo dopo i D’Alema di fronte i Renzi e le Pinotti. Altrettanto fiducioso nella resistenza  Mao Valpiana che assicura: “Il movimento pacifista e non violento persegue una propria strategia, anche contro il terrorismo, conduce le proprie campagne, costruisce e allarga reti di relazioni, agisce dentro i conflitti reali”. Troppo ottimismo? 

 

**  Il libro è stato stampato in un migliaio di copie a spese degli autori e il ricavato è stato interamente devoluto alla Ricerca per la cura del mesotelioma. 

La foto del marine che afferra un bambino passato da una donna afghana oltre il filo spinato.

La foto del marine che afferra un bambino passato da una donna afghana oltre il filo spinato dell’aeroporto di Kabul occupa oggi la prima pagina di tanti giornali. Una foto disperata. L’immagine di una salvezza fra le braccia di un soldato americano. Ma qual è la realtà oltre la propaganda che gli organi di informazione stanno conducendo da venti anni? Clicca qui PeaceLink, clicca la realtà di una guerra criminale e imperialista di oltre due trilioni di dollari bruciati  senza  sbocchi positivi né per la popolazione né per gli stessi aggressori. La guerra giusta, presentata in questi anni da destra come la soluzione dei problemi dell’Afghanistan, si è rivelata la più pericolosa tentazione della storia. E la più fallimentare. Fallisce anche la sinistra con l’elmetto che rimbrottava i pacifisti che non erano a favore della “guerra giusta”. La guerra abbracciata da D’Alema, Napolitano e Prodi è oggi fallita. Fallita definitivamente. Emerge, malgrado la propaganda ipocrita, la nitida coerenza con cui Gino Strada condannava la guerra, senza se e senza ma, dimostrando cultura, coraggio ed etica: perché lui gli afghani li ha aiutati veramente. Con lui, i pacifisti avevano ragione venti anni fa e a maggior ragione oggi perché solo senza la guerra possiamo premere perché l’Afghanistan sia impegnato sul fronte – non militare ma civile – di un maggiore rispetto dei diritti umani. 

Vogliamo parlare dei bambini stuprati in Afghanistan?

O che sono più  i soldati morti per suicidio che in combattimento? O della  lungimiranza della “sinistra” italiana?  Queste e altre dieci imbarazzanti domande cliccando la rassegna stampa.

Articoli su Guerra e Pace

Rassegna di Elio Pagani

Julian Assange, nuovo caso Dreyfus? 

https://ilmanifesto.it/contro-la-guerra-julian-assange-nuovo-caso-dreyfus/

La democrazia esportata in armi, la Waterloo di Biden e della NATO 

https://ilmanifesto.it/la-democrazia-esportata-in-armi-la-waterloo-di-biden-e-della-nato/

Afghanistan: morti più soldati americani per suicidio (30177) che in combattimento (2312)

https://www.peacelink.it/conflitti/a/48700.html

Vogliamo parlare dei bambini stuprati in Afghanistan?

https://www.peacelink.it/conflitti/a/48697.html

Afghanistan 2016: la lotta per salvare i bambini schiavi sessuali

https://youtu.be/-D6-05lGTyk

Afghanistan, si tratta per il potere e si muore per la bandiera

https://ilmanifesto.it/afghanistan-si-tratta-per-il-potere-e-si-muore-per-la-bandiera/

A Kabul finisce la jihad occidentalista

https://www.gennarocarotenuto.it/30260-kabul-jihad-occidentalista-donne-usa-talebani/

L’intelligence Usa smentisce Biden: «Era a conoscenza della minaccia»

https://ilmanifesto.it/lintelligence-usa-smentisce-biden-era-a-conoscenza-della-minaccia/

Ora basta con la guerra! Vieni alla Perugia Assisi 

http://www.perlapace.it/ora-basta-la-guerra/

  1. USA: non cambieremo i nostri stili di vita. Afghanistan: la lungimiranza della “sinistra” italiana? 

https://www.labottegadelbarbieri.org/stili-di-vita/

Le bugie sull’Afghanistan che il PD conosceva benissimo

https://www.peacelink.it/conflitti/a/48701.html

Perché deve tornare il tempo della solidarietà

https://ilmanifesto.it/perche-deve-tornare-il-tempo-della-solidarieta/

Quello che gli anti pacifisti non vogliono sapere e non vogliono far sapere.

Gino Strada un partigiano dell’umanità.

Quali progressi erano stati fatti sul piano civile dal 2002 al 2010 in Afghanistan mentre D’Alema diceva che stavamo salvando gli afghani e che i pacifisti avrebbero dovuto essere “orgogliosi” della missione militare? Nessuno.  “L’aspettativa di vita è scesa da 46,6 a 44,6 anni. L’alfabetizzazione è diminuita dal 36 al 28%“. Questo diceva la CIA nei suoi archivi consultabili pubblicamente. La mortalità infantile è aumentata del 4,6% tra il 2002 e il 2010. Tra il 2002 e il 2009 la popolazione sotto la soglia di povertà è cresciuta dal 23 al 36%“.  Ma i governi USA/NATO dicevano l’opposto. La CIA diceva la verità e i governi le menzogne. Paradossale. Dato che i politici venivano smentiti dalle statistiche della CIA, i governi hanno manipolato i dati. E hanno costruito bugie con statistiche fasulle. Tutto documentato negli “Afghanistan Paper” che il Washington Post sta pubblicando in questi giorni a puntate. Duemila pagine di documenti top-secret che raccontano le bugie di guerra che adesso dobbiamo conoscere e far conoscere. Soldati mandati a morire per nulla, per una guerra drogata dalle menzogne sugli aiuti ai civili. La guerra è stata un colossale fallimento ma ancora maggiore è stato il fallimento civile che è stato mascherato manipolando i dati statistici afghani. Tutte le novità sulle menzogne in Afghanistan sono su https://www.peacelink.it La gente deve sapere come è stata ingannata in questi venti anni di guerra.

Per Leonard Peltier cure mediche e grazia del presidente Joe Biden.

Leonard Peltier (clicca qui) è un illustre attivista per i diritti umani dei nativi americani, vittima di una spietata persecuzione politica, dal 1977 ingiustamente detenuto dopo un processo-farsa in cui gli sono stati attribuiti delitti che non ha commesso, nonostante la sua innocenza sia ormai unanimemente sostenuta dall’opinione pubblica mondiale, nonostante una campagna internazionale in suo favore che ha coinvolto il Dalai Lama, Nelson Mandela, il subcomandante Marcos, Desmond Tutu, Rigoberta Menchù, Robert Redford (che sulla vicenda di Peltier ha prodotto il documentario Incident at Oglala), Oliver Stone, Howard Zinn, Peter Matthiessen, il Parlamento europeo e Amnesty International, eccetera. Cresce ogni giorno il numero delle personalità della cultura, delle istituzioni, dell’impegno morale e civile, della solidarietà, che stanno scrivendo al Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, per chiedere un’iniziativa europea per la liberazione di Peltier che riprenda e prosegua l’impegno già espresso dal Parlamento Europeo con le risoluzioni del  1994 e del 1999. Clicca qui. Per aderire Clicca qui.   

Gli ecopacifisti dalla parte di Grillo o di Conte? O di nessuno dei due?

Molta parte del movimento ecopacifista aveva posto fiducia elettorale nel Movimento Cinque Stelle. Ora, davanti ai suoi parlamentari, Beppe Grillo ha ammesso di averlo deluso. Dopo aver inventato due governi Conte di due colori opposti (ma nessuno ecopacifista), ha toccato il fondo dell’impotenza e della sudditanza   nell’ammucchiata del governo Draghi. Tutti gli organi di stampa ferocemente  restano da oltre 12 anni contro Grillo e da tre contro Giuseppe Conte; a favore di Conte ma contro Grillo c’è solo il Fatto Quotidiano. Eppure è innegabile che il Movimento inventato dal “visionario”, dopo che questi ha definito “ecologisti” tanto Mario Draghi che Roberto Cingolani, non solo è inchiodato alla metà del suo consenso originario, ma addirittura è sull’orlo della scissione. Non è chiaro se la rottura fra Grillo e Conte si fonda sulla presa di coscienza di Grillo che il governo Draghi è tutt’altro che il governo della “transizione ecologica”, e che dunque occorre uscire dalla maggioranza (tramite una mozione di sfiducia contro Cingolani) e infine ritornare prima della fine della legislatura ai principi fondativi (ecopacifismo, no due mandati, ecc. ). Oppure se il dissidio è solo una lotta di potere personale nel corso della  definitiva trasformazione di un Movimento rivoluzionario in un Partito tradizionale. La parola degli attivisti è spenta da tempo, mentre tra i parlamentari l’attaccamento alle poltrone spiega le scelte di governo, dal Conte 1 in avanti.

Le ferite dei Balcani : dalle bombe della Nato alla guerra ai migranti.

A distanza di 22 anni dalla fine dei bombardamenti NATO, in diretta https://www.facebook.com/events/529925098022363 per parlare di Balcani, partendo dalle conseguenze di quella guerra per affrontare insieme ad esperti/e cosa avviene lungo la rotta balcanica, percorsa ogni anno da migliaia di persone migranti e profughe nel tentativo di entrare in Europa.

Appello “Facciamo pace a Gerusalemme” – Aderisci subito!

Appello. Invia l’adesione a : adesioni@perlapace.it

C’è solo un modo per mettere fine alle terribili violenze che stanno insanguinando Gerusalemme e la Terra Santa: riconoscere ai palestinesi la stessa dignità, la stessa libertà e gli stessi diritti che riconosciamo agli israeliani. Nessuna pace può essere edificata sulla persecuzione di un intero popolo, sull’occupazione militare, l’arbitrio, gli abusi, la sopraffazione, l’umiliazione, le deportazioni, l’apartheid, la continua violazione di tutti i fondamentali diritti umani.

Non basta invocare la fine delle violenze. Non c’è e non ci sarà mai pace senza giustizia. Rinnoviamo, ancora una volta, il nostro accorato appello a tutti i responsabili della politica nazionale, europea e internazionale perché intervengano energicamente per far rispettare il diritto internazionale dei diritti umani, la legalità internazionale e le risoluzioni delle Nazioni Unite.

Tavola della Pace  – Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani  –
Centro di Ateneo per i Diritti Umani “Antonio Papisca” dell’Università di Padova –
Cattedra Unesco “Diritti Umani, Democrazia e Pace” dell’Università di Padova

Da più di un mese, Gerusalemme è al centro dell’ennesima, impressionante, escalation di violenze e uccisioni che si è estesa a tutti i territori palestinesi occupati e a quelli israeliani. Le atrocità che si stanno commettendo anche in queste ore contro donne, uomini e bambini di ogni età sono disgustose, insopportabili e intollerabili. Per fermare la violenza bisogna andare alla radice del problema che sino ad oggi non si è voluto risolvere e riconoscere ai palestinesi la stessa dignità e gli stessi diritti, la stessa libertà e la stessa sicurezza che riconosciamo agli israeliani.
“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti… e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”. Questo principio sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani deve essere rispettato anche in Terra Santa, detta santa da tre religioni.

Su tutti i giornali e TV solo la parola degli israeliani.

Avendo sotto gli occhi queste cartine storiche, diamo la parola alle ragioni dei palestinesi.

Clicca qui Moni Ovadia (attore, musicista e scrittore di origine ebraica): “Politica Israele infame segregazionista, razzista, colonialista. La comunità internazionale è di una parzialità ripugnante perché tutti cedono al ricatto della strumentalizzazione infame della shoah”.

Clicca qui Gruppo disarmo pace giustizia nella Società della Cura: “La Palestina è un paese sotto occupazione israeliana militare ed economica da decenni, con donne e uomini, bambine e bambini palestinesi vittime di lutti, umiliazioni, furto di terra e  cacciata dalle proprie case, stravolgimento delle basi essenziali per una vita dignitosa e sicura, aperta al futuro. Bisogna andare oltre alla solidarietà ma chiedere ai governi sanzioni alla politica coloniale di Israele e lo obblighino a rispettare il diritto internazionale”.

Clicca qui Abeer Odeh  (Ambasciatrice della Palestina in Italia): “Intristisce vedere diversi leader politici italiani mostrare la propria solidarietà a Israele senza spendere una parola sulla sue responsabilità per quello che sta accadendo in questi giorni in quell’area.” “La violenza e le provocazioni delle forze di occupazione e dei coloni hanno raggiunto livelli mai visti.” “Per non parlare del silenzio davanti alle continue violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale accertate ripetutamente dall’ONU”. “Ci saremmo aspettati di vedere questi leader in piazza per chiedere la fine dell’occupazione, non per sostenere un’occupazione illegale… per chiedere la cessazione di questo ennesimo sterminio in atto della popolazione civile”. 

“Non si costruisce la pace venendo via dall’Afghanistan”

In aspra polemica con noi pacifisti, “Non si costruisce la pace venendo via dall’Afghanistan” furono le parole di Massimo D’Alema della sinistra di governo, che per prima calpestò la Costituzione con l’intervento in Kosovo. Oggi primo maggio, vent’anni dopo gli americani tornano a casa sconfitti dai  talebani che essi stessi avevano addestrato (Bin Laden) a vincere i sovietici altrettanto invasori per vent’anni. Centinaia di miliardi di dollari e rubli e centinaia di migliaia di vite umane. Per l’Italia : 53 soldati uccisi e la bellezza di 8,5 miliardi di euro. Per gli USA: 100 miliardi e quasi 4.000 morti con gli alleati.  In più di 40 anni, in Afghanistan la guerra ha causato un milione e mezzo di morti, centinaia di migliaia di feriti e mutilati, oltre quattro milioni di profughi.  La  Corte Penale Internazionale (CPI) dell’Aia ha aperto un’inchiesta per i crimini di guerra e i crimini contro l’umanità commessi da militari americani in Afghanistan. 

Quando oggi si discute del perché il movimento pacifista sia stato depotenziato e disgregato, dovremmo ricordarci quegli anni in cui si è consumata la scelta scellerata di mettere l’elmetto alla sinistra di governo, di mutarne gli ideali originari e di affondare il movimento pacifista. Clicca qui PeaceLink.  

Se la nonviolenza è possibile, sarebbe criminoso per un rivoluzionario usare la violenza.

Ciò che caratterizza, in gran parte, ogni dibattito sulla nonviolenza è il fatto che questa non ha un posto rilevante nel nostro passato. Ciò giustifica la prima reazione che non può che essere di diffidenza, di scetticismo, nonché d’ironia, ora bonaria ora cattiva. Perciò si tratta di rendere chiaro questo dibattito, al di là di ogni equivoco, di ogni malinteso e di ogni confusione.

Clicca qui un testo di Jean-Marie Muller, filosofo francese, uno dei massimi studiosi e amici della nonviolenza.

Gandhi era anarchico?

Mohandas K. Gandhi è stato della nonviolenza il più grande e profondo pensatore e operatore, cercatore e scopritore; e il fondatore della nonviolenza come proposta d’intervento politico e sociale e principio d’organizzazione sociale e politica, come progetto di liberazione e di convivenza. Non si è mai dichiarato anarchico: il termine  utilizzato per definire il proprio pensiero e la propria azione è Sarvodaya, che significa “potere e benessere di tutti”. C’è affinità tra sarvodaya e anarchismo? Quali condivisioni. Quali differenze. Divaricazione totale sul metodo di lotta della nonviolenza. Clicca qui.

Studio delle Nazioni Unite sull’educazione al disarmo e alla non proliferazione nucleare.

Redatto da un comitato di esperti internazionali per promuovere nelle scuole l’educazione al disarmo, i  valori della pace, della tolleranza, della nonviolenza e del dialogo fra i popoli. Ora è a disposizione di tutte le scuole. Può essere consultato da studenti, insegnanti ed educatori. E da tutti i cittadini interessati. Clicca qui.

Aldo Capitini maestro della Nonviolenza.

Filosofo e pensatore religioso, è stato attivo nella vita pubblica italiana dagli anni Trenta fino agli anni Sessanta mantenendo una dialettica aperta tra teoria e prassi e presentandosi con un profilo di “indipendente” rispetto a qualsiasi appartenenza filosofica, politica o religiosa. Teorico della “nonviolenza”, si è opposto al fascismo senza partecipare alla Resistenza; animato da un profondo sentimento religioso, si è schierato contro ogni forma di dogmatismo teologico e contro le gerarchie ecclesiastiche. Clicca qui vita ed opere.

Danilo Dolci apostolo della nonviolenza.

La sua figura presentava punti di incontro e convergenza con mondi tra loro molto distanti – la spiritualità cristiana, la sinistra marxista ortodossa ed eterodossa, il mondo della cultura e della scienza, la povera gente – senza mai aderire, tuttavia, esclusivamente ad alcuno di questi, all’insegna di una soggettività eccezionalmente ricca, che rifiutava appartenenze entro rigidi confini identitari. Clicca qui la vita e le opere.

Impegno di “pace” in Iraq.

1.100 militari, 270 mezzi terrestri e dodici mezzi aerei; dal Kuwait con Eurofighter, tanker e velivoli pilotati a distanza per raccolta intelligence. Addestriamo e organizziamo i Peshmerga curdi e le forze irachene. Impegno finanziario annuo: 260 milioni di euro. L’Iraq è il nostro primo fornitore di greggio. Sebbene le autorizzazioni parlamentari continuino ad autogiustificarsi con motivazioni umanitarie, nel 1991 lo abbiamo bombardato con i Tornado. Siamo poi ritornati con Antica Babilonia, stabilendoci, seduti su un invisibile lago di petrolio, nella provincia del Dhi Qar. Abbiamo anche combattuto, e dopo Nassiriya ricordiamo la “battaglia dei ponti” per difenderci dagli irregolari dell’Esercito del Mahdi. Poi ci siamo ritornati per la terza volta, e in forze, con l’attuale missione Prima Parthica. Clicca qui.

L’ecopacifismo nel nuovo governo.

Si rafforzerà il potere del complesso militare industriale e dell’alta finanza, con una ulteriore perdita dei principi di sovranità e ripudio della guerra sanciti dalla Costituzione? Si possono prevedere le linee guida attraverso i curricula di alcuni ministri e del presidente del Consiglio? Vediamoli: Clicca qui. Alla Difesa e agli Esteri riconfermati Roberto Guerini e Luigi Di Maio, all’Ambiente Roberto Cingolani ex del gruppo militare Leonardo, allo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, all’’Economia e Finanze Daniele Franco, soprattutto al ruolo internazionale svolto  allo stesso Mario Draghi, indicherebbero che il nuovo governo  rafforzerà ulteriormente l’«atlantismo». Se non è così, il Ministero della Transizione ecologica inizi la sua attività eliminando la maggiore minaccia che grava sul nostro ambiente di vita: via le armi nucleari Usa installate in Italia.

Draghi non ha consultato i pacifisti.

Si legga il documento elaborato dalla Rete italiana Pace e Disarmo rispetto al PNRR: 12 proposte di pace e disarmo per il piano nazionale di ripresa e resilienza. Clicca qui.   

Come sta dimostrando la pandemia, il progredire del riscaldamento globale, del fenomeno migratorio o delle disuguaglianze sono necessarie azioni pubbliche globali e coordinate, che non sono possibili in un mondo dominato dalla competizione tra le nazioni e dall’uso della forza. Anzi in un mondo del genere le molteplici crisi sfociano nella guerra, come è già dato vedere. Occorre quindi una nuova politica estera italiana ed europea.

In vigore il Trattato per liberare l’umanità dell’incubo atomico. Ma l’Italia/Usa non firmano.

Il Trattato di Proibizione della Armi Nucleari, firmato da 50 Stati, è entrato  in vigore il 22 gennaio,  proibisce agli Stati di sviluppare, testare, produrre, realizzare, trasferire, possedere, immagazzinare, usare o minacciare di usare gli armamenti atomici, o anche solo permettere alle testate di stazionare sul proprio territorio. Chiediamo che l’Italia, che già possiede armi di questo tipo, disobbedisca agli Usa,  aderisca al Trattato, dunque si impegni a distruggere i propri arsenali in accordo con un piano definito e legalmente vincolante. Clicca qui.

Giorno della memoria: realizzare nelle scuole iniziative di studio, riflessione, testimonianza.

Materiali:

L’escalation della persecuzione.

La trappola mortale.

Gli ebrei d’Occidente di fronte al Reich.

Clicca qui.

“Nel cuore di questa civile Europa, è stato sognato un sogno demenziale, quello di edificare un impero millenario su milioni di cadaveri e di schiavi. Il verbo è stato bandito per le piazze: pochissimi hanno rifiutato, e sono stati stroncati; tutti gli altri hanno acconsentito, parte con ribrezzo, parte con indifferenza, parte con entusiasmo. Non è stato solo un sogno: l’impero, un effimero impero, è stato edificato; i cadaveri e gli schiavi ci sono stati”. (Primo Levi).

“Pressenza”: uno spazio aperto all’espressione della base sociale.

Riunione (clicca qui) semestrale mondiale dell’agenzia stampa internazionale specializzata in umanesimo, pace, nonviolenza, diritti umani, disarmo e non discriminazione. Ci lavorano in maniera professionale ma non remunerata editorialisti, reporters, redattori, fotografi, grafici, videomakers e traduttori di tutto il mondo. Presente in 24 paesi, pubblica ogni giorno i suoi dispacci in inglese, italiano, spagnolo, francese, portoghese, tedesco, greco e catalano.

Manifesto di rivolta femminile.

Presso il “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera“, incontro di riflessione per riaffermare la persuasione che il femminismo costituisce l’esperienza storica più rilevante e la “corrente calda” della nonviolenza come movimento di liberazione dell’umanità intera da tutte le violenze e le oppressioni. Clicca qui.

Stato di polizia contro la Disobbedienza civile non violenta.

Come ci mostra il video di Extinction Rebellion, se ad esempio si manifesta con flash-mob in piazza contro l’Eni, se otto persone salgono e si incatenano sulle colonne che a Torino dividono Piazza Castello dalla Piazzetta Reale, se accendendo un fumogeno a testa di 40 secondi, il tutto senza recare danni a niente e nessuno, ebbene a  distanza di 2 mesi, quelle persone sono  denunciate per “Accensioni ed esplosioni pericolose” (Art. 703 del codice penale) e per “Inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità” (Art. 650 del codice penale), per non essere scesi dalle colonne quando ordinato. Inoltre i manifestanti sono ricoperti di multe. La repressione non è solo rivolta alle manifestazioni di Extinction Rebellion, nel disegno di mettere a tacere ogni forma di dissenso sfiancando chi ha il coraggio di fare qualcosa, anche attraverso forme di protesta non violenta ma di forte impatto visivo ed emotivo.

Conosci, sostieni il Movimento, clicca qui

Dicono: “Guerra al Covid” ma i soldi li usano per le armi.

Cosa si potrebbe fare con i 6 miliardi stanziati dal Governo per  nuove armi? Con i soldi di un carro armato ariete (7 milioni di euro) potremmo riaprire 20 piccoli ospedali. Per una fregata potremmo assumere 1.200  infermieri per 10 anni. Per un blindo centauro (13 milioni): 2.800 borse di studio per studenti fuori sede. Per un elicottero nh-90 (444 milioni): 4.500 ventilatori polmonari. Per un pattugliatore d’altura ppa (427 milioni): ammodernare 410 ospedali. Per un sommergibile u-212 (670 milioni): lo stipendio a 1.000 medici per 10 anni. Per una nave anfibia (1 miliardo e 171 milioni): abolire le tasse universitarie ad un milione di studenti. Per i cacciabombardieri F35 (195milioni) potremmo rimettere a nuovo 380 scuole che cadono a pezzi.

Perciò le campagne Sbilanciamoci e la Rete Italiana Pace e Disarmo chiedono una moratoria per il 2021, anno Covid, sulle spese di investimento in armamenti: da destinare alla sanità e all’istruzione.

Dal 2021 il programma del Pentagono Usa prevede inoltre la costruzione di 500 bombardieri  supersonici nucleari B61-12 al costo di 10miliardi di dollari: ogni bomba costa il doppio di quanto se fosse costruita interamente in oro. L’Italia dovrà accrescere la spesa militare oltre a quelli stanziati dal Governo e tratti dal Recovery Fund? L’Italia, in ossequio al veto USA, violerà  ancor più il Trattato di non-proliferazione delle armi nucleari e il Trattato Onu (neppure firmato dall’Italia) sulla abolizione delle armi nucleari?

Riaccendiamo lo spirito della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

In quella Carta, che è la nostra Costituzione Universale e la bussola dell’umanità, sta scritto che “tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti. Sono dotati di ragione e coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”. In programma una lezione sui diritti umani e la responsabilità fatta interamente dagli alunni/studenti delle scuole e università italiane: clicca qui. E Conferenza su  “L’impatto della pandemia Covid-19 sui diritti umani”.

La Carta di Lampedusa è il nostro impegno.

E’ il risultato di un processo costituente e di costruzione di un diritto dal basso che si è articolato attraverso l’incontro di molteplici realtà e persone che si sono ritrovate a Lampedusa dopo gli ennesimi episodi  di un Mediterraneo trasformatosi in cimitero marino per le responsabilità delle politiche di governo e di controllo delle migrazioni. La Carta di Lampedusa si fonda sul riconoscimento che tutte e tutti in quanto esseri umani abitiamo la terra come spazio condiviso e che tale appartenenza comune debba essere rispettata. Le differenze devono essere considerate una ricchezza e una fonte di nuove possibilità e mai strumentalizzate per costruire delle barriere. Non è una proposta di legge o una richiesta agli stati e ai governi ma, ancor prima,
è il nostro impegno, sottoscrivendola, ad affermarla e a metterla in atto ovunque nelle nostre pratiche di lotta politica, sociale e culturale. La Parte Prima elenca i nostri principi di fondo da cui muoveranno tutte le lotte e le battaglie che si svilupperanno a partire dalla Carta di Lampedusa. La Parte Seconda risponde invece alla necessità di confrontarsi con la realtà disegnata dalle attuali politiche migratorie e di militarizzazione dei confini, con il razzismo, le discriminazioni, lo sfruttamento, le diseguaglianze, i confinamenti e la morte degli esseri umani che esse producono, affermando, rispetto a tale realtà, i punti necessari per un suo complessivo cambiamento. Clicca qui.

La “Carta” del Movimento Nonviolento, movimento di lotta, rivoluzionario.

Il Movimento Nonviolento lavora per l’esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell’apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il Movimento persegue lo scopo della creazione di una comunità mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d’azione del Movimento Nonviolento sono: 1. l’opposizione integrale alla guerra;  2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l’oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;  3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell’ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un’altra delle forme di violenza dell’uomo.
Il Movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell’uccisione e della lesione fisica, dell’odio e della menzogna, dell’impedimento del dialogo e della libertà di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l’esempio, l’educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la non collaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

4 novembre “festa” dell’ “inutile strage”.

Non “festa” ma commemorazione: 21 milioni di feriti, 19 milioni di morti – di cui 9,7 milioni di militari, 8,8 milioni di civili. Solo l’Italia ebbe 650 mila morti e un milione di mutilati e feriti, molti di più di quanti erano nel 1915 gli abitanti di Trento e Trieste. Non “festa” ma campagna nonviolenta: «Meno armi, più salute, ridurre drasticamente le spese militari e devolvere i fondi a sanità, assistenza, ricerca e servizi pubblici»: clicca qui.

L’utopia ti cingerà la vita.

Il 28 Aprile 1915 più di 1000 donne provenienti da 12 paesi dell’Europa e dell’America si riuniscono all’Aja in un Congresso Internazionale, per opporsi alla 1° Guerra Mondiale in corso. Viene istituita WOMEN’S INTERNATIONAL LEAGUE FOR PEACE AND FREEDOM (Lega Internazionale di Donne per la Pace e la Libertà), che oggi è presente in tutti i continenti. WILPF-Italia intende celebrare  un traguardo importante quale la ratifica da parte di 50 Stati del Trattato di Proibizione degli ordigni nucleari (TPAN) nel ricordo dell’artista Silvana Simone appena scomparsa: “Una complice fervente dell’obiettivo di contrastare la guerra e profetizzare una vita di equilibrio, di rispetto per gli esseri umani, per gli animali e il Pianeta”.

Non pace ma spada: Aldo Capitini e Gesù Cristo.

Per l’anniversario della morte di Aldo Capitini, il filosofo antifascista fondatore del Movimento Nonviolento, riproponiamo la lettura di due suoi scritti. Clicca qui. E’ un errore credere che la nonviolenza predichi  pace, ordine, lavoro e sonno tranquillo, matrimoni e figli in grande abbondanza, nulla di spezzato nelle case, nessuna ammaccatura nel proprio corpo. La nonviolenza non è pace. E’ invece guerra anch’essa, o, per dir meglio, lotta, una lotta continua contro le situazioni circostanti, le leggi esistenti, le abitudini altrui e proprie, contro il proprio animo e il subcosciente, contro i propri sogni, che sono pieni, insieme, di paura e di violenza disperata. Dal Vangelo secondo Matteo 10:34-11:1 In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada.”