Rivolta del mondo accademico contro i governi.

E’  la più grande mobilitazione di accademici sul tema del cambiamento climatico mai verificatasi. In occasione della pubblicazione della terza parte del sesto rapporto del Gruppo internazionale di studio sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite (International Panel on Climate Change), il gruppo di Scientist Rebellion (Ribellione degli scienziati) ha indetto una settimana internazionale di disobbedienza civile: più di mille tra ricercatori, professori universitari e cittadini coinvolti in proteste ed eventi pubblici di informazione scientifica in 25 Paesi.  In Italia significative azioni di protesta a Venezia, Torino e Roma aventi nel mirino in particolare Eni e Leonardo. Le manifestazioni disobbedienza civile non-violenta sono state represse dalla polizia. Clicca qui.

Intervenga l’Onu a fermare le stragi.

Il “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera”:

Per la pace occorre:

  1. il “cessate il fuoco” immediato e definitivo dell’Onu;
    2. un negoziato vero sotto l’egida dell’Onu;
    3. l’invio da parte dell’Onu di forze di interposizione non armata e nonviolenta;
    4. immediati soccorsi umanitari (non militari) per tutte le ! vittime della guerra;
    5. soccorrere, accogliere ed assistere tutte le persone in fuga dalla guerra;
    6. iniziare subito la ricostruzione delle case, delle scuole, degli ospedali, di tutte le strutture della vita civile. (clicca qui)

Dettiamo noi al governo e al parlamento la legge che metta al bando i Pfas in Italia. Intanto la Regione Piemonte blocchi subito la Solvay di Spinetta Marengo.

I BAMBINI ALESSANDRINI LE PRINCIPALI VITTIME.

Chi si ricorda che nel lontano 2009, contemporaneamente  alla nostra campagna nazionale contro i danni  da Pfas (dai pesci mutanti alle pentole antiaderenti ecc.) avevamo nel primo degli otto esposti alla procura della Repubblica, insieme agli studi scientifici internazionali, già  fatto particolare riferimento a due -lungamente rivendicate – indagini epidemiologiche? Quella dell’Asl Alessandria  e quella della ASL Torino commissionata dalla Procura di Alessandria, tra il 1996 e il 2008. Entrambe per l’area della Fraschetta: circoscrizione di 16mila abitanti, di cui la metà a Spinetta Marengo. La prima sugli abitanti, la seconda sui lavoratori della Solvay (ex Montedison).

Chi si ricorda che uno step riguardava lo  “Studio di sorveglianza pediatrica finalizzato al monitoraggio delle patologie respiratorie e allergiche d’interesse per la popolazione suscettibile infantile, sulla base delle rilevazioni effettuate dai medici pediatri sentinella nel periodo novembre 2004-dicembre 2005”? Chi si ricorda quanto allarmammo l’opinione pubblica su quei dati? In particolare perché le patologie pediatriche si rivelano con sintomi più alti e in peggioramento man mano che ci si avvicina allo stabilimento di Spinetta Marengo.

Chi si ricorda che quello studio non ebbe un seguito epidemiologico? Malgrado contenesse l’allarmata raccomandazione: Il diffuso aumento delle patologie  rispetto al passato suggerirebbe il mantenimento nel tempo delle attività di sorveglianza e controllo sulle malattie pediatriche, respiratorie e allergiche, nell’area della Fraschetta”. Monito ripetuto 15 anni dopo nello studio epidemiologico di Cristiana Ivaldi neo responsabile Arpa Piemonte :  “Nel sottogruppo di età 0-14 anni, si evidenzia un aumento dei ricoveri per patologie neurologiche (+ 86%)  che andrebbe ulteriormente investigato”.

Dunque il disinteresse di Regione Piemonte e Comune e Provincia di Alessandria è totale. Se confrontato agli studi e ai pur timidi progetti in Veneto: dalle gravidanze ed esiti neonatali, incremento di pre-eclampsia, diabete gravidico e nati con basso peso per età gestionale, anomalie del sistema nervoso e difetti congeniti al cuore, fino all’associazione tra esposizione ai Pfas  e competenze cognitive e socio emotive dei bambini. E’ un disinteresse colpevole, anzi doloso, nella piena consapevolezza che dallo stabilimento di Spinetta Marengo si sprigiona in aria e acqua  uno smisurato mix di sostanze tossiche e cancerogene, un cocktail letale per la popolazione e soprattutto per i bambini. Come confermano gli studi scientifici.

Dunque, la Regione Piemonte, tramite la Provincia di  Alessandria di concerto con il Comune, ha il dovere primario di tutelare la salute della propria e altrui popolazione, e dunque sulla base della enorme mole di studi scientifici nazionali e internazionali prodotti, che vanno ben oltre il principio di precauzione, nonchè in pregio delle censorie prese di posizione  di Onu e Commissione parlamentare ecomafie, e dunque a prescindere dalla legge nazionale in divenire che regola la materia, dunque la Regione Piemonte ha il dovere di fissare immediatamente  limiti zero agli scarichi acqua-aria dei Pfas della Solvay di Spinetta Marengo.

RAPPORTO ONU E STUDIO EUROPEO.

Nella piena consapevolezza degli studi scientifici, il rapporto dello special rapporteur dell’Onu per i diritti umani e l’ambiente, David Boyd, chiede che il mondo deve mettere immediatamente al bando i “forever chemicals” e scrivere la parola fine sul capitolo dell’inquinamento da PFAS: una piaga tre volte più pesante del covid, una proliferazione che  interseca e aumenta altri danni all’ambiente e al clima, come il cambiamento climatico e la perdita di diversità biologica”. 

Gli studi scientifici confermano che i bambini sono le principali vittime dell’inquinamento, soprattutto quando questo è composto da un mix di sostanze  chimiche, in particolare  per le sue interferenze  sul sistema endocrino ad iniziare dai feti. Nel mix della Solvay di Spinetta Marengo spiccano appunto bisfenolo A (Bpa) e composti perfluorurati (Pfas: Pfoa, C6O4, Adv).

Un poderoso studio europeo, Edc-MixRisk appena pubblicato sulla rivista scientifica Science (vedi Nota), mette in relazione l’esposizione ad un mix di sostanze chimiche ambientali al rischio di deficit neurologico nei bambini, in particolare nel ritardo nel linguaggio. La ricerca ha implicazioni enormi e pone le basi per una revisione radicale delle politiche nazionali e internazionali delle valutazioni del rischio chimico, finora basate solo sull’esame di singole sostanze e non di loro miscele. Perché sta proprio qui la grande autorità di questo lavoro: le valutazioni dei rischi di salute pubblica da esposizioni ambientali andranno fatte considerando l’interazione di più elementi che, interferendo col nostro sistema endocrino, può provocare danni molto rilevanti. Insomma, decade completamente il concetto di dose tossica minima per le singole sostanze chimiche, a prescindere da qualunque presunto limite di legge diverso da zero.

“E’ improcrastinabile un adeguamento legislativo.“–ammonisce Giuseppe Testa,  professore di biologia molecolare all’università di Milano, direttore del centro di neurogenomica allo Human Technopole e group leader nel dipartimento di Oncologia sperimentale allo IEOo Istituto Europeo di Oncologia – E’ indispensabile  che la nostra ricerca, finanziata proprio dalla Commissione europea, venga letta con attenzione dai legislatori, dai produttori e dai cittadini disposti a mobilitarsi. Noi abbiamo fatto la nostra parte, ora tocca agli altri attori della società fare la loro”.

IMPROCRASTINABILE UN INTERVENTO LEGISLATIVO

“E’ improcrastinabile un adeguamento legislativo.“ Ebbene, da parte nostra, che da anni immemorabili siamo mobilitati, abbozziamo qui di seguito le linee guida di una

Legge che disciplini la produzione e l’uso delle sostanze poli e perfluoroalchiliche (PFAS). 

1) Nella prospettiva –avviata nelle Nazioni più consapevoli-  che l’utilizzo dei Pfas sia escluso in qualunque gamma di derivati , preso atto degli studi scientifici nazionali e internazionali, nonché degli indirizzi e delle ammonizioni della Commissione parlamentare Ecomafie e dell’ONU,

  1. a) l’Italia ne vieta la produzione dal ,
  2. b)  e a tal fine stabilisce che entro quella data i limiti di scarico in aria e acqua siano portati a zero, al pari delle acque potabili.

2)  Le Autorità preposte (Stato, Regioni, Enti locali)

  1. a) devono porre in essere tutte le azioni rivolte a monitorare lo stato di salute dei lavoratori e dei cittadini  che hanno subìto gli effetti degli inquinamenti da Pfas,
  2. b) nonché a monitorare lo stato di salute dell’ambiente per le relative bonifiche,
  3. c) e a tal fine devono anche porre a carico delle aziende responsabili i relativi costi e oneri risarcitori e sanitari, secondo il principio “chi inquina paghi”.

Chiusura della Solvay di Alessandria: come salvaguardare l’occupazione.

Per il servizio giornalistico completo clicca qui.

Le associazioni ambientaliste e i comitati dei cittadini, che da sempre hanno sostenuto “limiti zero pfas”, cioè emissioni zero in suolo-acqua- aria, sono giunti alla conclusione, ormai senza eccezioni, che le produzioni di pfas (C6O4 e ADV) della Solvay  di Spinetta Marengo debbano essere chiuse, analogamente agli Stati Uniti. Anzi, ormai si parla di chiusura dello stabilimento. Si parla di Referendum popolare.

Nella recente assemblea pubblica di Legambiente, intitolata “Ultimatum a Solvay”, la relazione del’ingegner  Claudio Lombardi, ex assessore all’ambiente del Comune di Alessandria, dopo la scrupolosa disamina degli impatti ambientali e sanitari, dei quali i Pfas sono appena la punta dell’iceberg, ha concluso con queste posizioni:

“L’industria chimica Solvay sorge nel cuore di un centro densamente abitato sul quale esercita un impatto ambientale estremamente negativo ed inoltre è «sito Seveso» a rischio di incidente disastroso. In tali condizioni è arduo se non impossibile garantire sicurezza e salute a popolazione e lavoratori. L’unica soluzione auspicabile per coniugare salute e lavoro è la chiusura delle lavorazioni chimiche e la trasformazione del sito in Centro di Ricerche per bonifiche ambientali “non produttivo” e quindi non inquinante e non pericoloso”.

Malgrado la sentenza della Cassazione per disastro ambientale e omessa bonifica, malgrado l’apertura di un nuovo procedimento penale con le stesse imputazioni, malgrado le indagini di Onu e Commissione Ecomafie, la pervicacia della Solvay di imporre alla popolazione alessandrina e all’Italia una presenza devastante, non trova più neppure sponda tra i sindacati. Nell’ampio reportage di Marina Forti su “L’essenziale”, Franco Armosino, segretario della CGIL di Alessandria, non nasconde l’autocritica: “Nei primi anni duemila la Solvay commissionava analisi del sangue dei dipendenti per tracciare il PFOA. Risultavano valori molto alti (come chi scrive ha per primo denunciato con esposti in magistratura n.d.r.), ma uno specialista di medicina del lavoro chiamato dall’azienda (Giovanni Costa, lo stesso implicato nel processo Miteni a Vicenza n.d.r.) diceva di non preoccuparci, con il tempo sarebbero diminuiti. Intanto vedevamo ragazzi di trent’anni con la leucemia o malattie della tiroide”. Dopo di che, i sindacati per venti anni non si sono preoccupati gran che. Armosino  giustifica  che comunque  “La CGIL è stata parte civile nel processo alla Solvay, e guarda avanti: “Continuo a pensare che si possa produrre chimica senza far ammalare lavoratori e cittadini. Se no, è meglio che lo stabilimento chiuda”.

E’ meglio che lo stabilimento chiuda fanno eco associazioni e comitati. Però l’occupazione per 600 dipendenti? La risposta c’è nella ragionevole proposta scaturita nell’assemblea di Legambiente “Trasformazione del sito in Centro di Ricerche per bonifiche ambientali ‘non produttivo’ e quindi non inquinante e non pericoloso”, piuttosto che nella ardita proposizione di Franco Armosino: “La costruzione del deposito nucleare nazionale ad Alessandria potrebbe fungere da  valvola di sfogo occupazionale e di sicurezza  alla chiusura di Solvay”.

Pfas in Veneto, la denuncia dell’Onu: violati i diritti alla salute e all’informazione.

L’Alto Commissariato Onu in Italia, ha stimato la contaminazione da Pfas in Veneto come “il più grande inquinamento ambientale d’Europa” (in attesa che si completi quello in Piemonte  della Solvay) . “Più di 300 mila persone nella regione sono state colpite dalla contaminazione dell’acqua da Pfas, compresa l’acqua potabile. I residenti della zona hanno sofferto gravi problemi di salute, come infertilità, aborti e diverse forme di tumori, tra gli altri”

Nella relazione finale, Marcos Orellana – Special Rapporteur delle Nazioni Unite sulla violazione dei diritti umani in relazione alle sostanze tossiche – ha sottolineato “l’omissione di informazioni cruciali per la salute da parte delle autorità regionali del Veneto”. Nel 2013, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr),  della presenza degli inquinanti Pfas ha informato (con un certo ritardo rispetto all’arme lanciato da Alessandria) le autorità della regione Veneto, le quali però  non hanno informato i residenti delle aree contaminate e sui rischi per la salute: fino al 2017  nessuno ha avvertito che l’acqua dei rubinetti conteneva Pfas.

Anzi, sia la provincia di Vicenza che l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione Ambientale del Veneto (Arpav) avrebbero potuto far emergere informazioni sull’inquinamento già molti anni prima, ma “sapevano e tacevano” e omettevano i controlli delle cosiddette “barriere al PFOA”. Addirittura la Regione Veneto nel 2014 aveva rilasciato a Miteni di Trissino autorizzazione AIA per il nuovo pfas GenX. La Regione di Luca Zaia non ha avviato nessuna seria indagine epidemiologica, le stesse analisi sul rischio di contaminazione alimentare  sono state parziali, datate e tenute nascoste alla popolazione fino al pronunciamento 2021 del Tar.

Via tutte le armi atomiche dall’Italia.

Votato dall’Assemblea Generale dell’ONU con 122 voti a favore, da un anno è entrato in vigore  il “Trattato ONU di proibizione delle armi nucleari (TPAN)”. Ma non per l’Italia. Il  governo infatti  -in ossequio agli USA- non ha aderito al Trattato e non ha  dichiarato l’Italia zona libera dalle armi nucleari: né prodotte, né detenute, né ospitate.

Clicca qui un appello di Disarmisti esigenti, Wilpf Italia

 

L’Ambiente Italia nel mirino dell’Onu.

L’ispezione internazionale appena conclusa si concretizzerà in un rapporto al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite.

Clicca qui  la Dichiarazione di fine visita del Relatore Speciale delle Nazioni Unite sulle implicazioni per i diritti umani della gestione e dello smaltimento ecocompatibile di sostanze e rifiuti pericolosi, Marcos A. Orellana, a conclusione della visita condotta in Italia dal 30 novembre al 13 dicembre 2021.

L’ispezione di Orellana  si è concentrata su tre questioni chiave: siti contaminati, gestione dei rifiuti e pesticidi. In particolare sotto accusa: Porto Marghera, Pfas Veneto, Solvay di Spinetta Marengo, Terra dei Fuochi, Ilva di Taranto, Solvay di Rosignano. Un rapporto completo sulle questioni affrontate durante la visita sarà presentato al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite nella sua cinquantunesima sessione. Orellana si è espresso anche sulla riforma della Giustizia (Cartabia) in Italia “Mi preoccupano i tempi di prescrizione più brevi per i crimini ambientali, poiché la loro complessità richiede spesso un tempo considerevole per completare le indagini”.

L’ONU non ha affrontato la chiusura della Solvay di Alessandria.

Avevamo trasmesso a Marcos A. Orellana la relazione-requisitoria (clicca qui) tenuta dall’ingegner Claudio Lombardi al convegno di Legambiente “Ultimatum a Solvay”, nella quale l’ex assessore comunale analizza con metodo e rigore  tutti i dati disponibili  sulle condizioni ambientali e sanitarie di Alessandria dichiarandole insostenibili con la presenza dello stabilimento di Spinetta Marengo.  Coerentemente, Marcos A. Orellana,  quale Relatore Speciale delle Nazioni Unite,  a conclusione dell’ispezione in Italia, in un  apposito capitolo, si è dichiarato “seriamente preoccupato per l’entità dell’inquinamento da PFAS” e  ha invitato il governo  a “intraprendere azioni decisive per affrontare la contaminazione”. Fra queste intendiamo la grave situazione sanitaria del Veneto e la fissazione nazionale di LIMITI ZERO delle emissioni delle sostanze inquinanti. A questo riguardo Orellana ha precisato: Desidero  sottolineare che l’inquinamento da PFAS non è limitato alla regione Veneto. Tra le altre aree, la contaminazione da PFAS è preoccupante lungo il bacino principale d’Italia, la pianura padana. Dunque sono particolarmente preoccupato per la produzione in corso di PFAS da parte dell’azienda Solvay, a Spinetta Marengo, Alessandria, in Piemonte. Questa operazione potrebbe creare un disastro ambientale simile a quello subito dalle comunità colpite in Veneto”. Però per Solvay non si tratterebbe solo di eliminare le produzioni di Pfas C6O4 e ADV ma di affrontare  il disastro ecosanitario complessivo che per lo stabilimento appare drammaticamente irrisolvibile al punto che anche Legambiente chiede la chiusura, clicca qui. A tale proposito abbiamo trasmesso a Marcos A. Orellana il nostro Dossier completo.

Solvay: noi scarichiamo veleni in mare su consiglio del governo.

Marcos A. Orellana, quale Relatore Speciale dell’ONU in ispezione in Italia, è rimasto sconcertato nell’affrontare il disastro della Solvay di Rosignano, ripromettendosi infatti di  approfondire ulteriormente questo problema durante la preparazione della relazione”. Infatti si è trovato di fronte alle dichiarazioni dell’Amministratore Delegato Ilham Kadri che attribuisce alle autorità italiane, compreso il Consiglio delle Ricerche, la responsabilità della decisione di sversare a mare  centinaia di migliaia di tonnellate l’anno di residui chimici (cadmio, cromo, boro, nickel, rame, piombo e mercurio) dello stabilimento  sostenendo che erano state proprio le autorità italiane a decidere che lo scarico  fosse la cosa migliore per Rosignano, cioè… stabilizzare la linea di costa locale, proteggendola dall’erosione. Accuse clamorose  che né il Governo nè  la Regione Toscana finora hanno smentito. Inoltre per Livorno Orellana dovrà considerare il programma di chiusure, denominato “scorporo”, eventualità peraltro presa in considerazione dalla Kadri anche per Spinetta Marengo.

Gli ispettori ONU in Italia a indagare sui Pfas.

È la prima volta che accade un fatto del genere. Di fronte ad uno dei più gravi casi di inquinamento a livello internazionale, di fronte alla denuncia del crimine ambientale e sociale  favorito dalle forze politiche italiane (vedi il nostro Dossier), l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani sarà in Italia dal  30 novembre  al 4 dicembre 2021 in terra veneta, dalla quale si avviano i primi sopralluoghi in Italia. La vasta contaminazione in Veneto  dovuta ai Pfas è in massima  parte attribuita alla Miteni e ha dato origine ad un maxi processo  che è in corso a Vicenza, mentre sta per avviarsi il gemello di Alessandria contro la Solvay di Spinetta Marengo. 

Salviamo il clima con il disarmo e senza il nucleare.

A Glasgow in preparazione della Cop26 si respira un clima di boicottaggio della partecipazione degli attivisti provenienti dall’estero. Ciò conferma le premesse negative poste dagli incontri preparatori, ad esempio la preCOP di Milano: non vi sono grandi speranze riponibili rispetto alla incisività delle conclusioni previste per la conferenza ONU che si terrà a Glasgow a novembre. Il bla bla bla denunciato da Greta Thunberg è la verità. In particolare merita evidenziare  il tema dell’impatto delle attività militari sull’ambiente e sul clima e quindi il disarmo come soluzione del problema, ovvero portare alla Cop26 l’obiettivo di sbarramento al rientro in gioco della lobby nucleare. Clicca qui Peacelink.it

Julian Assange un eroe del giornalismo.

Il 27 e 28 ottobre si decide l’estradizione di Julian Assange chiesta dagli Stati Uniti. Il giornalista australiano rischia 175 anni di carcere per aver rivelato crimini di guerra. E’ una operazione intimidatoria nei confronti di tutti i giornalisti investigativi. Clicca qui.

Da “Presa Diretta”, per la liberazione di Assange appello dell’ONU e di numerose organizzazioni per la difesa dei Diritti umani e del diritto d’informazione. Clicca qui

Su Byoblu24, approfondimento  con Berenice Galli (Pangea) e Germana Leoni che spiega l’operazione rivoluzionaria fatta da Assange con WikiLeaks nel mondo dell’informazione. Le reazioni più brutali cominciarono ad arrivare dopo la pubblicazione dei “War diaries” (diari di guerra) Iracheni e Afgani. Clicca qui.

La disfatta della Nato e degli Stati Uniti consente un rilancio del ruolo di pace dell’ONU.

La caduta di Kabul è paragonabile al crollo del muro di Berlino e segna la fine di un’epoca, segna la fine del nuovo ordine globale basato sulla supremazia unilaterale del blocco militare occidentale. Ed è un evento che ha un valore simbolico epocale perché rilancia il ruolo universalistico delle Nazioni Unite. Piuttosto che discutere, come si sta facendo, di guerra cioè della creazione di un esercito europeo. Leggi su https://www.peacelink.it/pace/a/48735.html

Ilva, prima fonte di CO2 in Italia.

Il nuovo rapporto ONU sul clima è il più dettagliato  allarme mai presentato fino ad ora. Afferma che i cambiamenti climatici sono “inequivocabilmente” causati dalle attività umane e stanno provocando disastrosi effetti “senza precedenti”.

In Italia il simbolo dell’emergenza climatica sono gli altoforni a carbone e le cokerie dell’ILVA di Taranto, gli unici impianti di questo genere ancora rimasti nella nostra nazione. Siamo di fronte, oltre al disastro ecosanitario, anche al disastro climatico. Siamo di fronte a due disastri ecologici, uno locale e uno globale. Quello di Taranto è un ciclo siderurgico insostenibile per gli uomini e per il clima. Va fermato. Clicca qui il cronoprogramma chiesto da Peacelink al Governo.

Verso un coordinamento europeo antinucleare.

Il 7 luglio 2021 sono 4 anni dall’approvazione del Trattato ONU sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW) (https://www.un.org/disarmament/wmd/nuclear/tpnw/) . Le armi nucleari sono al bando: chi le possiede e chi le ospita, come l’Italia (ce ne sono circa 70 dislocate nelle basi di Ghedi(BS) ed Aviano in Friuli) è fuori dal diritto internazionale, così come per le armi chimiche e batteriologiche, le mine antiuomo, le bombe a grappolo. Il Trattato è stato firmato da 86 stati e ratificato da 54. Tra questi non c’è l’Italia. Eppure recenti e ripetuti sondaggi mostrano che la stragrande maggioranza della sua popolazione sarebbe favorevole (l’87% secondo l’ultimo condotto da Yougov nel novembre 2020).

Si va verso un Coordinamento europeo promosso da Disarmisti esigenti, WILPF Italia, Sardegna pulita, Rete per l’educazione alla terrestrità. Clicca qui.

Piombo nel sangue e arsenico nelle urine dei bambini di Taranto.

La ricerca epidemiologica pubblicata sulla prestigiosa internazionale “Nature” (clicca qui) certifica l’effetto sinergico del piombo e dell’arsenico dei bambini di Taranto più esposti, ossia quelli più vicini al polo industriale. Questo studio riprende, continua e approfondisce uno studio già condotto a Taranto sull’impatto che l’inquinamento industriale ha sul quoziente di intelligenza dei bambini. Effetto sinergico significa che gli effetti del piombo e dell’arsenico non solo si sommano ma si amplificano reciprocamente con effetti che lo studio dimostra. Avvertimento ai ministri Speranza e Cingolani: ci rivolgiamo al Comitato delle Nazioni Unite sui diritti del bambino, con sede a Ginevra. Fermate gli impianti dell’area a caldo dell’ILVA. Clicca qui.

Il governo non è intenzionato ad affrontare l’emergenza climatica.

Con i suoi programmi, il governo ignora il Global Methane Assessment (clicca qui) , il rapporto dell’Onu pubblicato da UNEP e Climate and Clean Air Coalition, che sottolinea che  tagliare le emissioni di gas metano è urgente per limitare il riscaldamento globale e le crisi sanitarie che l’accompagnano. Dunque  bisogna eliminare i contributi ai combustibili fossili, fermare gli investimenti in ulteriori infrastrutture di gas fossile.

Draghi ci allontana dall’Onu.

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) è finito sotto la lente d’ingrandimento di 800 esperti che fanno riferimento alle oltre 300 organizzazioni e reti aderenti all’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASVIS), la quale  ha presentato il rapporto “Il Pnrr e l’Agenda 2030”, manifestando allarme per l’allontanamento dell’Italia dagli obiettivi previsti dall’agenda dell’Onu per la sostenibilità su scuola d’infanzia, reti idriche, disuguaglianza del reddito e trasporto pubblico. Clicca qui.

Su tutti i giornali e TV solo la parola degli israeliani.

Avendo sotto gli occhi queste cartine storiche, diamo la parola alle ragioni dei palestinesi.

Clicca qui Moni Ovadia (attore, musicista e scrittore di origine ebraica): “Politica Israele infame segregazionista, razzista, colonialista. La comunità internazionale è di una parzialità ripugnante perché tutti cedono al ricatto della strumentalizzazione infame della shoah”.

Clicca qui Gruppo disarmo pace giustizia nella Società della Cura: “La Palestina è un paese sotto occupazione israeliana militare ed economica da decenni, con donne e uomini, bambine e bambini palestinesi vittime di lutti, umiliazioni, furto di terra e  cacciata dalle proprie case, stravolgimento delle basi essenziali per una vita dignitosa e sicura, aperta al futuro. Bisogna andare oltre alla solidarietà ma chiedere ai governi sanzioni alla politica coloniale di Israele e lo obblighino a rispettare il diritto internazionale”.

Clicca qui Abeer Odeh  (Ambasciatrice della Palestina in Italia): “Intristisce vedere diversi leader politici italiani mostrare la propria solidarietà a Israele senza spendere una parola sulla sue responsabilità per quello che sta accadendo in questi giorni in quell’area.” “La violenza e le provocazioni delle forze di occupazione e dei coloni hanno raggiunto livelli mai visti.” “Per non parlare del silenzio davanti alle continue violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale accertate ripetutamente dall’ONU”. “Ci saremmo aspettati di vedere questi leader in piazza per chiedere la fine dell’occupazione, non per sostenere un’occupazione illegale… per chiedere la cessazione di questo ennesimo sterminio in atto della popolazione civile”. 

L’Italia ratifichi il Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari.

Nelle basi di Aviano (Pordenone) e di Ghedi (Brescia), sono presenti ordigni nucleari (B61), una quarantina circa. E nella base di Ghedi si stanno ampliando le strutture per poter ospitare i nuovi cacciabombardieri F35, ognuno dal costo di almeno 155 milioni di euro, in grado di trasportare nuovi ordigni atomici ancora più potenti (B61-12). Il nostro Paese si è impegnato ad acquistare 90 cacciabombardieri F35 per una spesa complessiva di oltre 14 miliardi di euro, cui vanno aggiunti i costi di manutenzione e quelli relativi alla loro operatività. Clicca qui.

Ridiamoci su per non piangere.

  1. Mentre l’Onu chiede la messa al bando totale dei PFAS, la Provincia di Alessandria, a firma dello scienziato Coffano, dà dei coglioni agli scienziati internazionali e non chiude il pfas C6O4 a Spinetta Marengo bensì autorizza alla Solvay l’ampliamento della produzione. Lo fa con una Determinazione Dirigenziale che, come per tutti i drammi, si conclude con una frase farsa:  “Siccome Solvay ritiene che le informazioni siano riservate, la presente determina non può essere resa pubblica nella sua forma integrale per ragioni di tutela della proprietà intellettuale, di riservatezza industriale e commerciale, perciò non deve essere soggetta a pubblicazione. Si prescrive quindi alla Solvay di produrre una versione epurata di tali informazioni inerenti la descrizione dell’impianto per la pubblica consultazione”.  Ridiamoci su per non piangere. “Si prescrive”: si ordina alla Solvay di  epurare censurare quello che le pare ad ambientalisti e opinione pubblica. Finchè non ci mette le mani la Magistratura.
  2. Gianfranco Lorenzo Baldi, presidente della Provincia di Alessandria, avrebbe  ordinato al dirigente della Conferenza dei servizi, Claudio Coffano, di condurre un importante esperimento scientifico: ogni giorno mangiare  un chilo di vongole con C6O4 a dimostrazione che l’Università di Padova sono dei coglioni a dichiararne la pericolosità

Studio delle Nazioni Unite sull’educazione al disarmo e alla non proliferazione nucleare.

Redatto da un comitato di esperti internazionali per promuovere nelle scuole l’educazione al disarmo, i  valori della pace, della tolleranza, della nonviolenza e del dialogo fra i popoli. Ora è a disposizione di tutte le scuole. Può essere consultato da studenti, insegnanti ed educatori. E da tutti i cittadini interessati. Clicca qui.

L’ONU chiede la messa al bando totale dei Pfas.

Il gruppo di esperti ONU del Comitato di revisione della Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti  chiede la messa al  bando totale  degli acidi perfluoroacrilici PFAS (PFOA, PFOS, C6O4): le diffusissime sostanze chimiche alla base Teflon  delle padelle antiaderenti, indumenti impermeabili, imballaggi,  tappeti, schiume antincendio ecc, veleni nelle falde e negli acquedotti,  veleni  presenti  nel sangue dei lavoratori e dei cittadini e collegati a una gravissima serie di rischi per la salute tra cui cancro, malattie del sistema immunitario e problemi di sviluppo nei feti ecc. I PFAS sono al centro del più grande scandalo di contaminazione dell’acqua potabile del secolo, scoppiato dagli Stati Uniti  all’Australia all’Italia: in Italia dal 2008 per la Solvay di Spinetta Marengo e dal 2013 per la Miteni di Trissino; i processi sono in corso ad Alessandria e Vicenza.

Il governo del nucleare militare.

L’Italia non ha ancora aderito alla messa al bando delle armi nucleari. Il trattato Onu per la messa al bando delle armi nucleari (TPAN), che considera tali ordigni illegali per il diritto internazionale al pari di quelle chimiche e batteriologiche, è in vigore dal 24 ottobre. Neppure il Governo mostra di voler uscire dal programma “nuclear sharing” della Nato e interrompere l’acquisto degli F35. Il “nuclear sharing” in Italia si traduce nel dare ospitalità a decine di testate nucleari statunitensi (Ghedi, Aviano), addestramento di cacciabombardieri Tornado per il loro utilizzo, adeguamento delle basi in attesa dell’arrivo degli F35.

Lettera all’ONU di 176 Scienziati di 33 Paesi.

Lettera aperta al Segretario generale delle Nazioni Unite su Covid-19, Sanità e Beni Pubblici Globali. Clicca qui.

Il vaccino e le cure contro il Covid non dovrebbero essere brevettati, dovrebbero essere messi a disposizione di tutti i cittadini del mondo senza differenze, come Bene Comune dell’Umanità. Invece nel campo della salute globale, ci sono tre cause profonde da eliminare come priorità: il diritto all’appropriazione privata degli organismi viventi a scopo di lucro, le tendenze nazionaliste xenofobe in materia di sicurezza, i meccanismi di finanza globale. Perciò si chiede all’ONU la revisione e l’approvazione delle seguenti tre iniziative: abbandonare la brevettabilità di qualsiasi vaccino Covid, promuovere un programma globale “Nuova finanza per la Sanità Universale”, creazione di un Consiglio di Sicurezza Mondiale per i beni comuni e pubblici globali (per cominciare: acqua, salute, conoscenza).

Contaminazione PFAS: non si salva nemmeno l’Artico.

Questi cancerogeni, a causa della loro elevata stabilità, possono resistere nell’ambiente praticamente “per sempre”. Drammatico è l’allarme dei ricercatori internazionali tedeschi e americani  (clicca qui): abbiamo individuato diversi tipi di sostanze perfluoroalchiliche nelle acque dell’Oceano Artico. Dunque è provato che i Pfas si spostano non solo nelle acque ma anche in atmosfera.

E’ ciò che infatti probabilmente è avvenuto per l’avvelenamento di pfas cC6O4 nell’acquedotto di  Montecastello (Alessandria), cioè a notevoli chilometri di distanza dallo stabilimento Solvay che, secondo le analisi, ha già contaminato le falde dell’area di Spinetta Marengo. Eppure Regione, Provincia e Comune vorrebbero rilasciare nuova autorizzazione AIA alla multinazionale belga. Alla faccia del monito dell’Onu “Necessarie azioni urgenti” raccolto in Italia dal ministro Costa fissando il limite zero per i PFAS.

L’Italia non ha ratificato il Trattato di proibizione delle armi nucleari.

Sono passati 3 anni da un evento storico per il disarmismo mondiale: la Conferenza ONU ha adottato, con 122 SI, il testo del Trattato TPAN di proibizione delle armi nucleari. L’Italia, subendo il veto Nato, non l’ha ancora ratificato, insieme ad altri 12 Stati, malgrado manifestazioni, raccolte di firme, carovane, conferenze stampa al Parlamento su presentazioni di mozioni. Clicca quiDisarmisti esigenti”.

La guerra nucleare è possibile. L’Italia viola la Costituzione non aderendo al Trattato di proibizione delle armi nucleari.

Le crisi mondiali, gravate dall’aggravamento del cambiamento climatico, rendono realmente possibile una guerra nucleare iniziata in base ad un piano oppure per errore o semplice fraintendimento. La rinnovata corsa agli armamenti e la loro proliferazione sono conseguenza di importanti trattati e negoziati cancellati o minati. In Italia è dominante la responsabilità di un vasto arco politico bipartisan che obbliga un Paese non nucleare ad ospitare e a prepararsi ad usare armi nucleari, violando il Trattato di non proliferazione che pur ha ratificato. Soprattutto è gravissimo il rifiuto dell’Italia ad aderire al Trattato sulla proibizione  delle armi nucleari votato a grande maggioranza dall’Assemblea dell’Onu. Per aderire l’Italia dovrebbe quindi richiedere agli Stati Uniti di rimuovere dal suo territorio le bombe nucleari B6 senza installarne altre, nonché le basi militari Nato. Così impone la Costituzione italiana che ripudia la guerra.

Non fermiamoci al Friday for future.

Manifestiamo il  2 ottobre: “Giornata internazionale della nonviolenza” indetta dall’Onu nell’anniversario della nascita di Gandhi.  Sono due occasioni importanti di riflessione e di mobilitazione, di esame di coscienza e di azione nonviolenta, due iniziative unite da un medesimo impegno di pace, di solidarieta’ con l’umanita’ intera comprese le generazioni future, di salvaguardia del mondo vivente tutto. Clicca qui.

No al trattamento coatto e all’istituzionalizzazione delle persone con disabilità.

Dura battaglia contro la proposta di protocollo aggiuntivo alla Convenzione di Oviedo sulla bioetica, dedicato alla “Protezione dei diritti umani e della dignità delle persone con disturbo mentale in relazione al ricovero e al trattamento coatto”, ritenendo che esso violi la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, autorizzando, di fatto, il trattamento coatto e l’istituzionalizzazione delle persone con disabilità. (continua…)