I NOE alla Solvay di Spinetta Marengo

inviati dalla Procura di Alessandria dopo il nostro esposto (clicca qui) analogamente a quanto avvenuto (clicca qui) per la Miteni di Trissino? Non ci risulta. Cosa c’è nelle carte sequestrate dai carabinieri nell’abitazione e nell’ufficio del professor Giovanni Costa, medico garante tanto della Miteni che della Solvay? Il Pfoa nel sangue degli operai alle stelle.  

Venerdì 1 settembre nelle piazze di Alessandria con i cartelli “Fate la carità” e “Multaci tutti”.

Il sindaco ritiri l’ordinanza contro i mendicanti: è illegale (oltre che immorale). Lo confermano le sentenze della Cassazione: “Non commette reato chi vive per strada con i cani in una baracca precaria di cartoni e pedane di legno. Anche se c’è una ordinanza del sindaco che lo vieta”. Addirittura: “Assolto perché il fatto non costituisce reato lo straniero senza casa che aveva rubato -in stato di necessità: per fame- cibo da pochi euro in un supermercato.”

Clicca qui La Stampa

Iniziativa per inserire l’area Solvay di Spinetta Marengo tra i siti di interesse nazionale.

I SIN rappresentano aree contaminate molto estese classificate più pericolose dallo Stato Italiano e che necessitano di bonifica. Medicina democratica ha chiesto, e rinnova la richiesta al neo sindaco di Alessandria, di promuovere un Comitato scientifico internazionale considerata la complessità degli interventi di bonifica non gestibile a livello locale, preso atto delle richieste del Ministero dell’Ambiente nel processo e a maggior ragione dopo la sentenza in Corte di Assise. Alessandria sta pagando in salute l’inerzia del Comune: le bonifiche costano mediamente tra 450 mila a 1 milione di euro per ogni ettaro inquinato, pressoché tutti stanziati dai fondi statali, mentre i privati, oltre alle prescrizioni penali, finiscono per godere anche delle prescrizioni economiche. Solvay ha dimostrato di non volersi assolutamente impegnare.

Ambiente delitto perfetto. Pene dimezzate all’equipaggio per la strage al porto di Genova.

Per i 9 morti della torre piloti su cui si schiantò la carretta del mare Jolly Nero, priva di condizioni di sicurezza minime. Ennesima assoluzione di un amministratore delegato: il PM aveva chiesto 17 anni per l’AD della società armatrice Messina per aver dolosamente ignorato le ripetute avarie del motore e dei comandi. Vergogna: hanno gridato i parenti delle vittime.

Ancora liberi i manager condannati per il rogo Thyssenkrupp.

Persero la vita sette operai impegnati in quel turno di notte sulla linea 5 dell’acciaieria. Al divampare delle fiamme, frequenti su quell’impianto, erano intervenuti con gli estintori e i manicotti che però non funzionarono. L’azienda aveva deciso da tempo di tagliare sulle spese sulla prevenzione e sulla sicurezza: quello stabilimento doveva chiudere in vista della concentrazione di tutte le l’attività nella sede di Terni. (continua)

Dal 17 aprile più di 1.800 prigionieri politici palestinesi hanno iniziato uno sciopero della fame a oltranza.

Per numero di partecipanti e durata, non ha eguali nella storia. Le rivendicazioni, che si inseriscono all’interno della lotta del popolo palestinese per la fine dell’occupazione israeliana, sono: – Abolizione della detenzione amministrativa. – Abolizione di tutte le forme di tortura, compreso l’isolamento. – Fine dell’imprigionamento dei bambini e delle donne. – Diritto di ricevere visite dei parenti, all’assistenza sanitaria, allo studio, etc.- Rispetto delle leggi e delle convenzioni internazionali sui diritti umani dei prigionieri all’interno delle carceri.

Ambiente Delitto Perfetto. Teksid. Ennesima assoluzione amianto.

La Terza sezione penale della Corte d’Appello di Torino ha riformato la sentenza di primo grado: gli imputati della Teksid (ex Ferriere Fiat di Torino) sono stati assolti per la morte di 15 lavoratori perché il fatto non sussiste, per non aver commesso il fatto o per intervenuta prescrizione dei reati. La lotta per la salute e l’ambiente non si realizza nelle aule dei tribunali, anzi lì svanisce, come ampiamente documentato nel libro “Ambiente Delitto Perfetto”.

Sarebbero più credibili i politici, tutti affaccendati nelle liste elettorali, se riempissero l’immancabile titolo “Ambiente” del loro programma con la bonifica del sito Solvay di Spinetta Marengo, uno dei più inquinati in assoluto d’Italia.

Non basta un “bravo” al PM per il suo ricorso alla Corte di Appello per ribaltare la sentenza scandalosa di primo grado. Occorre nel frattempo approntare gli strumenti tecnici e politici per agire senza perdere ulteriore prezioso tempo. Le nostre proposte concrete per la salute della Fraschetta sono invano depositate… (continua)
Clicca qui CorriereAl “Politici e bonifica di Spinetta Marengo”
Clicca qui Alessandria Magazine “La questione più importante per Alessandria è la bonifica del sito di Spinetta Marengo, uno dei più inquinati in assoluto d’Italia”
Clicca qui Pennatagliente “Sarebbero più credibili i politici”

Montedison & Solvay. Prima sentenza in Appello per uno dei due processi gemelli di Spinetta Marengo e Bussi.

Erano state assolutorie entrambe le sentenze in primo grado. Ma l’Aquila ribalta la sentenza di Chieti e condanna gli amministratori. Avverso al tribunale di Alessandria, il PM in Appello a Torino chiede per gli stessi amministratori la condanna a 16 anni di reclusione. Ad Alessandria Lino Balza si dimette in polemica con la presidenza di Medicina democratica che non ricorre in Appello e danneggia le Vittime Parti civili: invece la scandalosa sentenza può essere capovolta senza incorrere nelle prescrizioni, e imponendo la bonifica.
Clicca qui il commento della Sezione di Medicina democratica di Alessandria.
Clicca qui Il Fatto Quotidiano “Discarica dei veleni, sentenza ribaltata: condannati in dieci”.
Clicca qui CorriereAl “Bussi e Spinetta processi gemelli”
Clicca qui La Repubblica “Bussi, disastro colposo aggravato: dieci condannati e risarcimento per 3,7 milioni di euro”.
Clicca qui Pennatagliente “Bussi e Spinetta processi gemelli”
Clicca qui Il Fatto “La corte d’appello: ci fu avvelenamento colposo delle acque”.
Clicca qui Alessandria Post “Lino Balza: Spinetta alla luce della sentenza di Bussi”
Clicca qui Il Corriere della Sera “Discarica di Bussi: sentenza capovolta in appello”
Clicca qui CorriereAl “Spinetta alla luce della sentenza di Bussi”
Clicca qui IlSole24Ore “Avvelenamento colposo, ribaltata la sentenza di I° grado sulla discarica dei veleni di Bussi”.
Clicca qui Agora Magazine “Bussi e Spinetta processi gemelli”
Clicca qui Il Messaggero “Bussi, 10 condanne per la discarica dei veleni”
Clicca qui Agipapress “Alessandria: Bussi e Spinetta processi gemelli”

Così funziona la giustizia ambientale in Italia. Tutti assolti a Bussi. Ma la situazione è drammatica.

La sentenza del processo davanti alla Corte d’Assise di Chieti riguardante la mega discarica di Bussi ha assolto tutti i 19 amministratori della Montedison dal reato doloso di avvelenamento delle acque mentre quello di disastro ambientale è stato derubricato in colposo e, quindi, dichiarato prescritto. Nessun pericolo per la salute pubblica, secondo il tribunale. Invece gli ultimi 56 campionamenti dell’Agenzia regionale tutela ambiente misurano 20 parametri oltre i limiti di legge, la diossina tipo Seveso è 200 volte oltre i limiti sulle sponde del fiume Pescara, l’esacloroetano supera di 584 volte, il tetracloroetano di 1.740 volte, il mercurio è entrato nella catena alimentare. I veleni sono sprofondati nell’acqua di falda a 80 metri mentre nella Valle del Pescara vivono mezzo milione di persone. 

Altra sentenza amianto scandalosa per la Fibronit di Broni (Pavia), un’altra strage impunita come per Eternit.

Condannato l’amministratore delegato a 4 anni e il direttore a 3 anni e 4 mesi. Risarcimento di circa 20mila euro ad appena 27 parti civili non cadute in prescrizione dei 280 imputabili su 400 casi di morte per tumore fra lavoratori e cittadini, anzi il PM aveva parlato durante il procedimento di almeno 700 persone colpite da mesotelioma pleurico. Ogni anno nella zona di Broni, città martire come Casale Monferrato, si contano circa 25 nuovi casi di mesotelioma pleurico, il picco nel 2025. Già 3.000 morti dagli anni ’70. Nel corso dei 13 anni, prescritto il reato di disastro ambientale doloso, è rimasto -per ora- solo quello di omicidio colposo plurimo. Degli altri 8 manager inizialmente coinvolti, 4 sono morti, 2 sono stati condannati nel rito abbreviato in primo grado a quattro anni di reclusione e poi assolti in Appello, 1 assolto e 1 improcessabile per motivi di salute.

Introdurre nel codice penale il reato specifico di omicidio sul lavoro.

E’ la proposta di legge di Casson, Barozzino e Airaudo al Senato. D’accordissimo. Anche se non è che manchino le leggi in Italia, il problema è che la magistratura non le applica. Quando è dolo derubrica a colpa e quindi a prescrizione. Quando, come per l’ecocidio della Solvay di Spinetta Marengo, è “avvelenamento doloso della falda” (16 anni) derubrica a disastro colposo innominato (2 anni) ecc.

Clicca qui Riccardo Chiari “Omicidio sul lavoro. Nuovo reato contro le stragi bianche”.

Il reato di dolo è come se non esistesse per i processi ambientali.

Anche quando i disastri eco sanitari sono gravissimi, i tribunali pronunciano sentenze per colpa: pene lievi e prescrizioni brevi. Non è infrequente che assolvano addirittura. I giudici non si impressionano neppure dei morti a migliaia. Gli inquinatori sanno di farla sempre franca e perseguono. Il libro “Ambiente Delitto Perfetto” si arricchisce di capitoli. Ma qualche PM insiste a chiedere il rispetto del Codice. Come ha fatto la Procura di Torino per il processo Eternit bis.

Clicca qui Silvana Mossano “Eternit bis, il PM insiste sull’omicidio doloso. La procura generale impugna la sentenza del gup”
Clicca qui Elvio Bombonato

Operai Pirelli uccisi due volte dai padroni e dai giudici.

Tra le grida “Vergogna” dei parenti, a Milano assoluzione “con formula piena”, nel cosiddetto Pirelli bis, dei 9 manager accusati di omicidio colposo e lesioni gravissime su 28 operai, a causa dell’amianto manipolato senza sicurezze. La sentenza segue quella in appello con l’assoluzione di 11 dirigenti incriminati per la morte di venti lavoratori, malgrado la condanna in primo grado fino a 7 anni e 8 mesi di carcere. Sono le ennesime sentenze di classe contro la salute e l’ambiente, come ben documentato sul nostro libro “Ambiente delitto perfetto” (clicca qui).

La protesta in tribunale per il processo Ilva di Taranto.

Scrivono i redattori del libro “Ilva, la tempesta perfetta”: Nel processo, in cui sono inquisiti padroni, amministratori locali, dirigenti d’azienda, organi di controllo, Chiesa, forze dell’ordine, in un’alleanza sistemica e infame che ha provocato la strage da profitto e continua a provocarla, è arrivata la lunga mano dell’interesse generale del capitale e dei padroni associati, oltre che degli imputati, la lunga mano del governo che conduce l’obiettivo di svuotarlo di contenuto e pilotarlo verso patteggiamenti, allungamenti e prescrizioni, negando giustizia e risarcimenti. (continua)

Definitivo colpo di spugna sull’Eternit. Ennesima dimostrazione del fallimento della giustizia italiana.

Secondo la GUP torinese Federica Bompieri, il magnate svizzero Schmidheiny non aveva scelto – per profitto – di provocare con l’amianto la morte di migliaia di persone, il reato dunque non è di dolo – omicidio volontario – bensì per colpa: semplice negligenza, imprudenza. Dunque le morti delle vittime sono destinate ad andare tutte in prescrizione. Prescrizione uguale assoluzione uguale nessun risarcimento. Si conclude così, con l’Eternit bis, lo scandalo avviato dalla sentenza della Cassazione che aveva annullato per prescrizione la condanna (16 anni) dei due primi gradi di giudizio. Intanto a Casale Monferrato ogni settimana una persona muore di mesotelioma pleurico. Con questa scandalosa sentenza torinese, simile a quelle Pirelli e Fibronit, e dopo quella di Alessandria sulla Solvay, si conferma la documentata denuncia del nostro libro “Ambiente Delitto Perfetto” (clicca qui): in campo ambientale in Italia la giustizia è di classe, non esiste il reato di dolo.

Clicca qui Silvana Mossano “Vittime dell’amianto. Il giudice: non è dolo,l’omicidio è colposo”
Clicca qui Andrea Giambertolomei ” Esulta la difesa del magnate, deluse le vittime”
Clicca qui La Stampa “I familiari delle vittime: oggi siamo tristi”
Clicca qui Miriam Massone “I ragazzi cresciuti nella tragedia: anche il nostro futuro è a rischio. Rabbia e delusione: non ci sarà mai giustizia”
Clicca qui Silvana Mossano “Presentato a Roma il disegno di legge riguardante l’amianto”
Clicca qui Mauro Facciolo “Mesotelioma. Al via un progetto per la cura”
Clicca qui il comunicato stampa dell’Associazione familiari esposti amianto
Clicca qui un commento di Elvio Bombonato
Clicca qui Pennatagliente “omicidio colposo? vergogna!”

A rischio il processo Eternit bis in Corte d’Assise a Torino.

Se la giudice Federica Bompieri decidesse il rinvio a giudizio di Schmidheiny per omicidio colposo, invece che doloso, molti casi dell’attuale elenco di 258 morti sarebbero già prescritti. Intanto nel Casalese si marcia a 70 nuovi casi di mesotelioma all’anno.
Clicca qui Silvana Mossano “Eternit Bis: ancora irrisolto il nodo del “ne bis in idem. “

Proponiamo Solvay al premio di bontà Livio Tempesta.

L’operaio ci ha rimesso una mano. L’apparecchiatura avrebbe dovuto avere un sistema per bloccare automaticamente i due rulli roventi nell’intervento di manutenzione. Invece c’era solo una protezione. L’operaio autolesionista l’ha manomessa forzatamente. Per colpa sua è andato a finire nei guai il povero direttore, che uno dei soliti Pubblici Ministeri ha imputato per lesioni colpose. L’azienda, invece di licenziare l’operaio per la sua grave scorrettezza, gli ha magnanimamente regalato dei soldi come risarcimento. Per sdebitarsi l’operaio ha ritirato la parte civile. Commosso da tanta generosità il tribunale ha assolto il direttore.

Clicca qui La Stampa “Infortunio alla Solvay. Il direttore è stato assolto”

Dall’Eternit all’Eternot: l’oasi verde nei luoghi dell’amianto.

Al posto della fabbrica sepolta, a Casale Monferrato si inaugura un grande parco dopo 30 anni di bonifiche. Una maratona di iniziative per un giorno di memoria e di festa che sarà concluso con un concerto di Roberto Vecchioni. Casale è la città della riscossa ma pretende dallo Stato giustizia per le sue vittime e ricerca scientifica per battere il flagello del mesotelioma in tutta Italia.
Clicca qui Roberto Vecchioni “Cosa direi agli assassini dell’Eternit”
Clicca qui La Stampa “Dall’Eternit all’Eternot: a Casale Monferrato s’inaugura l’oasi verde nei luoghi dell’amianto”.
Clicca qui La Repubblica “Casale, inaugurato Eternot il parco sorto sull’area dove sorgeva la fabbrica dell’amianto”.
Clicca qui Il secolo XIX “Vecchioni e amici: concerto gratuito per continuare a sperare”.
Clicca qui Notizie Tiscali “Un parco in luoghi amianto, ecco Eternot”.
Clicca qui Wired.it “Nasce il parco EterNot: la rivincita di Casale Monferrato sull’amianto”.
Clicca qui Casalenews “Inaugurato il Parco Eternot: dalla fabbrica della morte alla speranza della vita. Il ministro Orlando: Sentenze come quella della Cassazione non potranno più ripetersi”.
Clicca qui Ansa “Oasi verde dove c’era Eternit. Orlando, ricordare per cambiare”.

Due posizioni antitetiche di Medicina democratica per l’Appello Solvay.

  

La posizione della Sezione dovrebbe, avrebbe dovuto, essere la determinante in quanto è la Sezione, non altri, che sul territorio per 40 anni, pagando salati prezzi personali, ha condotto le lotte denunciando ripetutamente gli inquinamenti e le vittime degli inquinamenti, a cominciare dall’avvelenamento doloso delle falde, e proponendo invano agli Enti locali gli strumenti per contrastarli ed eliminarli, tramite l’Osservatorio ambientale della Fraschetta. L’approdo del processo in Corte di Assise non è stato altro che un risultato delle lotte della Sezione di Alessandria, non di altri. Perciò la Sezione ritiene di essere l’unica ad avere legittimo titolo storico a pronunciarsi sul merito della sciagurata sentenza di primo grado e sull’appello. Non ha purtroppo la Sezione titolo giuridico per impugnare la sentenza, il quale compete al presidente che invece non farà opposizione. Lino Balza, in quanto parte lesa, ha titolo di esercitare il ricorso, e infatti lo farà, revocando il mandato all’avv. Laura Mara. Ad Alessandria, e non solo, Lino Balza è pur sempre l’identificazione quarantennale di Medicina democratica e tale resterà: speriamo sia sufficiente a salvaguardare l’immagine e la prospettiva dell’Associazione. (continua)

Non vale la “delega” per De Benedetti (Olivetti) ma per Cogliati (Solvay) sì.

Carlo Cogliati, amministratore di Ausimont-Solvay è stato assolto dal Tribunale di Alessandria perchè avrebbe delegato le responsabilità ai suoi sottoposti per il disastro ambientale di Spinetta Marengo. Carlo De Benedetti, amministratore di Olivetti, invece è stato condannato dal Tribunale di Ivrea che non ha considerato valida la solita balla scaricabarile di tutti gli imputati eccellenti. La Procura di Alessandria ha fatto ricorso in Appello contro l’ingiusta sentenza della Corte di Assise che assolve anche i magnati belgi, non riconosce risarcimenti per l’ambiente, i morti e gli ammalati, nè la bonifica.
Intanto a Ivrea si apre un nuovo filone di inchiesta per altre vittime della mancata bonifica. Invece ad Alessandria non decolla il secondo processo per le morti e gli ammalati per l’inquinamento atmosferico dello stabilimento spinettese.

Clicca qui il Dispositivo della sentenza
Clicca qui Giampiero Maggio “Amianto Olivetti, 5 anni a De Benedetti. Condannato anche Corrado Passera. Risarcimenti per due milioni di euro.”
Clicca qui La Stampa “I parenti delle vittime: si riaprono le nostre ferite” .
Clicca qui Giampiero Maggio “Amianto all’Olivetti, si apre un nuovo filone d’inchiesta. 18 indagati”

Il nuovo processo Eternit può continuare: ha deciso la Corte Costituzionale.

Il primo processo si era concluso con la scandalosa sentenza assolutoria di prescrizione della Corte di Cassazione che aveva ribaltato le sentenze dei due gradi di giudizio favorevoli alle oltre 3.000 vittime riconosciute del diritto al risarcimento.
Clicca qui il giudizio di Raffaele Guariniello “Decisione straordinaria. Si riaccende la speranza. Un precedente per altri processi”.
Clicca qui Silvana Mossano “La consulta riapre il caso Eternit bis”. Possibile processare l’ex amministratore delegato Schmidheiny”.
Clicca qui La Stampa “Le tappe della vicenda”
Clicca qui La Stampa “Più chiaro di così? Processo Eternit Bis s’ha da fare, eccome”
Clicca qui la sentenza

Solvay, perchè in Appello revoco il mandato all’ avvocato.

Processo in Appello per impugnazione della sentenza Solvay- Ausimont emessa dalla Corte di Assise di Alessandria.
<<Lino Balza: perchè in Appello revoco il mandato alla avvocato>>.
Conferenza stampa mercoledì 20 luglio ore 18,30 presso lo Studio legale Martinelli avv. Massimo, via Migliara 36 Alessandria.
Parteciperà Barbara Tartaglione, responsabile della Sezione provinciale di Medicina democratica.

Solvay. Sentenza shock del Tribunale di Alessandria, Premio Attila 2015.

Sentenza ingiusta verso l’ambiente, le vittime e le generazioni future, squilibrata e sbagliata sul piano tecnico giuridico, mortificante sul piano etico morale. Da impugnare in Appello.

Sintesi. Omessa bonifica: “il fatto non sussiste”. Non riconosciuto il “danno ambientale”. Nessun risarcimento per morti e malattie. I tre responsabili: “assolti per non aver commesso il fatto”. Quattro piccoli capri espiatori: 2 anni e 6 mesi. Uno prescritto.

Segue analisi. (continua)

Il patto segreto fra Stampa e Piccolo favorisce Solvay.

I due direttori, Roberto Gilardendo e Massimo Mathis, vogliono entrambi il Premio Attila 2016. Puntano al peggio: sulla censura della questione ambientale più critica della provincia, cioè Solvay. Piuttosto che fare la gara a chi ne parla di meno, hanno pattuito di non scriverne affatto e vincere ex aequo. Ultimo esempio: il silenzio della denuncia di Medicina democratica sui veleni nell’acqua e nel sangue, pubblicata invece da tutti gli altri giornali, anche nazionali. Clicca qui.

Perchè il Tribunale di Alessandria è candidato al Premio Attila 2015. Altro episodio.

Altro episodio che si aggiunge a quelli illustrati sul libro Ambiente Delitto Perfetto. Vi ricordate dei braccianti dell’azienda agricola Lazzaro che per due anni non hanno percepito retribuzioni, né TFR, né ferie, né straordinari, né festivi, dopo essere stati licenziati con un cartello appeso ad un palo della luce? Ebbene, rispetto al contenzioso economico, di cui ai conteggi e ai ricorsi fatti dalla Cgil, le domande dei lavoratori sono state finora rigettate!
Clicca qui il comunicato del Presidio permanente di Castelnuovo Scrivia.

Al voto! Al voto! Premio Attila Alessandria 2015.

Premio Attila Alessandria 2015
Ad imperitura memoria dei nostri figli peggiori
Bisogna scegliere tra questi candidati, i più votati:

Maria Rita Rossa, sindaco di Alessandria Tribunale di Alessandria
Claudio Lombardi
, assessore ambiente Comune di Alessandria Gianfranco Gazzaniga, sindaco Bosco Marengo Bruno e Mauro Lazzaro, cascina di Castelnuovo Scrivia Angelo Riccoboni, discarica Sezzadio Alessandro Guarini, direttore Tazzetti Casale Monferrato

Inviate 1 ( una sola) preferenza a b.tartaglione@tiscali.it

Può essere condannato uno che all’università di Yale è laureato ad honorem per meriti ambientali?

Addirittura la Corte Costituzionale deve decidere se Schmidheiny può o non può essere processato per i morti Eternit. Sul libro “Ambiente Delitto Perfetto” tutti i pro e i contro dello scandalo della prescrizione.

Clicca qui Silvana Mossano “La Corte ha fissato l’udienza. Eternit bis, resa dei conti il 31 maggio.”

Montedison di Mantova: pene dimezzate agli imputati e spese processuali a carico dei familiari degli operai morti.

Montedison la grande impunita. Dopo Bussi e Spinetta Marengo, a Mantova in Appello: prescrizioni, pene dimezzate per reato di colpa invece di dolo, risarcimenti esigui, e addirittura spese a carico delle vittime. Una vicenda processuale avviata nel lontano 2000. D’altronde nel libro “Ambiente Delitto Perfetto” abbiamo documentato e denunciato quali malattie soffre la Giustizia in Italia.
Clicca qui Il Fatto Quotidiano e Slai Cobas.

La bilancia squilibrata della Giustizia.

Il simbolo della Giustizia è la bilancia. Simbolo dell’equilibrio. Se su un piatto peso un reato e sull’altro piatto peso la pena: i due piatti devono stare in equilibrio. Il furto non pesa come l’omicidio, le rispettive pene hanno infatti pesi diversi. Anche i furti non hanno lo stesso peso, dunque anche le pene devono avere pesi diversi. Devono o dovrebbero? Se uno ruba alla collettività per 287 milioni di euro di frode fiscale, falso in bilancio e appropriazione indebita, è condannato a 4 anni di reclusione di cui 3 coperti da indulto e 1 dai servizi sociali per qualche ora alla settimana. Se un altro invece ruba qualche centesimo di euro ad un privato per un paio di spazzolini oppure per due chili di pane e pasta, è condannabile rispettivamente a 5 mesi e a 6 mesi. Dunque i piatti della bilancia della Giustizia si dimostrano in uno scandaloso inaccettabile squilibrio. A maggior ragione se nel primo caso il ladro è un miliardario che ruba per avidità mentre negli altri due casi i ladri sono dei disoccupati che rubano per fame. A maggior ragione se il miliardario ha rubato allo Stato indebitato, cioè a ciascuno di noi, lo Stato che condona, mentre i disoccupati hanno rubato ai privati, anzi a privati miliardari che invece non perdonano. Ogni riferimento a fatti e persone esistenti è puramente voluto: Berlusconi con lo Stato italiano nel film “La giustizia è uguale per tutti”; Abdelhamid Akrout e Alfredo Gugliotta con i supermercati Bennet di Michele Ratti e Galassia di Dario Brendolan nel film “La giustizia è uguale per tutti”. Quanti altri film con questo titolo.

Episodi di schiavismo nella nostra provincia.

Clicca qui lettera del Presidio permanente e dei lavoratori a Prefettura e Provincia, sulla grave situazione dei braccianti dell’azienda agricola Bruno e Mauro Lazzaro di Castelnuovo Scrivia e altre aziende della Valle Scrivia, dove si oltrepassa la soglia dello sfruttamento in forma di vero e proprio schiavismo (orari di lavoro insostenibili, fino a 13 – 14 ore; un salario da fame, prima di 5 euro all’ora, poi sempre meno, infine solo acconti; condizioni di lavoro subumane, costretti a bere acqua dai canali dell’irrigazione; niente guanti, né stivali, né vestiario per lavorare…).
In programma anche un incontro con i Sindaci di Tortona, Castelnuovo Scrivia, Sale.