Né con la Russia né con la Nato. Fuori l’Italia dalla Nato. Fuori la Nato dall’Italia.

Clicca qui la mappa aggiornata in tempo reale di tutte le manifestazioni organizzate in Italia il 26 febbraio per la pace in Ucraina.

La posizione (dell’Italia e) dell’Europa non può essere semplicemente quella simboleggiata in questa foto. Non può essere cioè di facile allineamento agli Usa, bensì di assumere finalmente il ruolo che le compete nello scacchiere mondiale, che in questo momento dovrebbe essere quello di trattare, mediare, fra le fazioni in guerra.  Non può essere quello di giocare a fare i “buoni” titolati a dare lezioni ai “cattivi” russi, visto che Usa e Ue si sono macchiati di guerre illegali e criminali (peggio ancora se avallate dall’Onu) in ex-Jugoslavia, Afghanistan, Iraq, Libia, Somalia e via bombardando.

Infatti l’attacco criminale di Putin all’Ucraina è un post scriptum degli imperialismi del XX secolo. Putin parla a nome di un popolo che non dimentica nulla, tantomeno la sua vocazione nazionalista ancora frustrata dal crollo dell’Urss e dalle irresponsabili provocazioni dell’Occidente che ha fatto di tutto per umiliarlo, violando l’impegno di non allargare la Nato a Est; Biden a nome  a un popolo che non ricorda quasi nulla, salvo i tributi di sangue pagati a far guerre in giro per il mondo, perdendole drasticamente tutte dal 1945.  Noi, cittadini della cosiddetta Europa, pagheremo il solito tributo di soldi per conto terzi, passando da uno stato d’emergenza (sanitario) a un altro (bellico), a tacere del sanguinoso tributo umano delle popolazioni ucraine, indipendentiste e russe, nonché dei profughi di entrambe le parti (che respingeremo come sempre).

L’Europa resterà il vaso di coccio fra due potenze che si rafforzano a scapito nostro, perché l’Europa politica e militare non è mai nata per non dispiacere al residuato bellico della Nato (a 31 anni dalla fine del Patto di Varsavia), con alleati indecenti come la Turchia (impegnata a sterminare i curdi nel silenzio degli atlantisti); vaso di coccio finché accetteremo che lo Zio Sam faccia casini in giro lasciandoci il conto da pagare, in termini di migranti (Libia e Afghanistan), terrorismo (Iraq), affari mancati (Cina) e bollette (Ucraina).

L’Italia in Europa continuerà a contare meno di niente se politica e giornalismo si accalcano a copiare da oltreoceano le invettive contro Putin  e a dare la caccia a chi è di più o di meno amico di Putin, sol perché i loro interessi sono  di misera bottega elettorale. Servirebbero, in Italia una forza politica e in Europa una nazione, che tengano una postura più terza e meno appiattita sugli Usa. Per ora non si intravvedono.

Non restano che i Movimenti pacifisti che, pur nel loro troppo variegato e purtroppo ininfluente arcipelago (meriterà aprire un franco dibattito al riguardo),  ripartendo dalla tragedia Ucraina devono  imporre in  discussione un programma di Pace e Nonviolenza. Uscita dell’Italia dalla Nato. Smantellamento degli arsenali atomici e loro allontanamento dal Paese. Drastica riduzione delle spese militari.  

Il governo volta le spalle all’ambiente e alla scienza.

L’International Panel on Chemical Pollution ha lanciato la proposta di creare un board tecnico per realizzare strumenti specifici per l’abbattimento della contaminazione da sostanze nocive. L’iniziativa – che sarà presentata all’Assemblea Onu sull’Ambiente che si apre il 28 febbraio a Nairobi, in Kenya – è supportata da oltre 2500 tra scienziati di livello mondiale e ministri dell’Ambiente: tra loro il premio Nobel per la Fisica, Giorgio Parisi. L’invito è stato inviato anche al ministro per l’Ambiente Roberto Cingolani che, però, nonostante il dossier sia da alcune settimane sul suo tavolo, non ha ancora aderito. Attraverso l’ufficio stampa ha risposto “In questi casi non si esprime una singola posizione nazionale, ma c’è un’unica posizione a livello europeo”.

Amministratori della Val Susa, vi stanno truffando.

Le ragioni che da trent’anni sostengono l’opposizione al raddoppio della ferrovia esistente tra Torino e Lione possono essere riassunte in quattro macro-capitoli: è inutile, devasta l’ambiente, costa tantissimo, è truffaldino. Forse poi ce n’è un’altra coperta: è guerrafondaio. (Sullo sfondo, secondo informazioni indefinite ma attendibili, sembrerebbe esistere una giustificazione nascosta: la realizzazione di un percorso europeo a scopi militari, per trasportare carri e truppe verso chissà quali manovre o conflitti. D’altronde, quando venne concepito – prima della caduta del muro di Berlino – quel corridoio doveva finire a Kiev, in Ucraina).

In particolare , il TAV è truffaldino: clicca qui, la lettera agli amministratori della Val Susa: “Nulla di quanto avete chiesto ufficialmente è stato concesso dal Governo, dai ministri, dalla Regione, da TeltVi stanno imbrogliando, ci stanno truffando”.

Sulla stessa rotta / Abolish Frontex.

Il progetto “Sulla stessa rotta / Abolish Frontex”, che al momento ha raccolto l’adesione di circa 40 organizzazioni, vuole comunicare un’altra Italia, diversa da quella della narrazione mediatica dominante, che ha fatto e continua a fare dell’accoglienza e della lotta per i diritti delle persone in movimento la propria battaglia. “Sulla stessa rotta” sarà una staffetta virtuale, che attraverserà il territorio italiano da Lampedusa fino ai confini delle rotte intraeuropee, e con cui costruiremo insieme una contronarrazione del percorso migratorio di chi attraversa il territorio italiano nel proprio progetto di vita. Clicca qui.

Appello del movimento pacifista ucraino per una soluzione pacifica del conflitto.

Ritiro di tutte le truppe straniere dall’Ucraina, a cominciare da quelle russe entrate nel Donbass; accordo politico negoziato nel rispetto della sicurezza e dei diritti di tutte le popolazioni coinvolte; ritiro dei soldati russi dalla frontiera ucraina e rinuncia a fare entrare l’Ucraina nella Nato; riportare la gestione della crisi all’interno dell’ONU;  cessare le forniture di armi alle parti in conflitto. Sulla newslettera di  Doriella&Renato troverete anche come Fridays For Future si sta preparando per il prossimo sciopero globale per il clima. Clicca qui.

Spese militari: Draghi vuole spendere di più.

L’Italia è molto attiva nel campo militare sia all’interno che all’estero con le sue 29 missioni in 20 paesi, compresi gli alpini in Ucraina. Attualmente la spesa annuale è di circa 27 miliardi di euro. Il  Bilancio previsionale per l’acquisto di nuovi sistemi d’arma segna un balzo del 73,6% negli ultimi tre anni.  È lampante che per “trovare i soldi” per questa enorme spesa militare, si deve tagliare da altre parti: sanita, scuola, trasporti pubblici.

La Sicilia trasformata in piattaforma USA/Nato.

Sigonella centro di comando militare con l’allargamento delle piste di volo, hub per l’attività militare USA in Africa, Medio Oriente e Caucaso, da questa base sono partiti i droni e gli aerei che si sono “confrontati” nei cieli con quelli russi; lo scalo “civile” di Catania-Fontanarossa; i porti di Messina, Catania e Augusta; i sistemi di telecomunicazione che trasmettono gli ordini ai sottomarini nucleari in immersione di Niscemi e, da qualche anno, le antenne satellitari del MUOS; gli aerei radar Awacs NATO a Trapani-Birgi; i radar e gli apparati d’intelligence installati a Noto-Mezzogregorio, Marsala, Favignana, Portopalo di Capo Passero, Lampedusa, Pantelleria.

È partita lunedì 21 febbraio la Dynamic Manta (DYMA), l’esercitazione navale condotta annualmente nel Mediterraneo centrale dal Comando Marittimo Alleato della Nato. Al largo delle coste siciliane, Canada, Francia, Grecia, Italia, Spagna, Turchia e Stati Uniti si addestreranno alla guerra sottomarina. La Marina militare USA partecipa con un sottomarino a propulsione nucleare e armato di missili nucleari. L’Italia assicura il supporto logistico della base navale di Augusta e della base aerea dell’Aeronautica Militare di Sigonella, a Catania.

TAV: come togliere l’acqua a 600mila persone.

Mentre imperversa la siccità in Piemonte, nel cuore delle montagne della Valsusa e della Maurienne (in Francia) si verifica da anni un colossale spreco d’acqua. Infatti, i lavori per la realizzazione del cunicolo esplorativo del TAV Torino-Lione, lungo 7 km, dal 2013 causano fuoriuscite d’acqua provenienti dalle falde intercettate dalle ‘trivelle’. Il volume d’acqua fuoriuscito in un anno dal cunicolo è pari al fabbisogno idrico annuo di circa 40.000 persone.  Per l’intera galleria di 57 km, oltre 8 volte la lunghezza del cunicolo, si può ipotizzare, al termine dello scavo, la fuoriuscita di un volume d’acqua ogni anno pari a: 24.590.500 mc corrispondente al fabbisogno idrico annuo di 300.000 persone. Considerata la doppia canna prevista dal progetto, il dato potrebbe raddoppiare, arrivando a corrispondere al fabbisogno annuo di ben 600.000 persone. Clicca qui.

Il disegno di legge per la concorrenza contraddice la volontà popolare del referendum del 2011.

Alla Commissione Industria del Senato, per l’esame del Disegno di legge per il mercato e la concorrenza, sono state depositate le osservazioni  del  Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua e della  rete di comitati territoriali e organizzazioni nazionali che da oltre quindici anni sono impegnati per una gestione pubblica e partecipativa del servizio idrico integrato, per il pieno riconoscimento del diritto all’accesso all’acqua e più in generale per la difesa dei beni comuni. Clicca qui. Purtroppo la logica che muove l’intero provvedimento  è ispirata da un’ideologia in cui la supremazia del mercato diviene dogma inconfutabile nonostante la realtà dei fatti dimostri il fallimento della gestione privatistica, soprattutto nel servizio idrico: aumento delle tariffe, investimenti insufficienti, aumento delle perdite delle reti, aumento dei consumi e dei prelievi, carenza di depurazione, diminuzione dell’occupazione, diminuzione della qualità del servizio, mancanza di democrazia.