Draghi non ha consultato i pacifisti.

Si legga il documento elaborato dalla Rete italiana Pace e Disarmo rispetto al PNRR: 12 proposte di pace e disarmo per il piano nazionale di ripresa e resilienza. Clicca qui.   

Come sta dimostrando la pandemia, il progredire del riscaldamento globale, del fenomeno migratorio o delle disuguaglianze sono necessarie azioni pubbliche globali e coordinate, che non sono possibili in un mondo dominato dalla competizione tra le nazioni e dall’uso della forza. Anzi in un mondo del genere le molteplici crisi sfociano nella guerra, come è già dato vedere. Occorre quindi una nuova politica estera italiana ed europea.

Anche i sociologi hanno qualcosa da dire a Draghi.

Gli effetti politico-sociali generati dal primato dei valori, degli interessi e delle pratiche del neoliberismo nell’azione pubblica. Le diseguaglianze e l’esclusione sociale, la subalternità della politica alla governance neoliberale, l’impatto dei mercati sul rapporto tra pubblico e privato, sul welfare e sui diritti sociali, la centralità dei saperi esperti e delle tecnocrazie, la ricomposizione dei rapporti sociali in relazione ai processi di trasformazione del lavoro, il capitalismo delle piattaforme, le nuove forme di sorveglianza e controllo sociale, i populismi vecchi e nuovi, i processi di pauperizzazione, la semplificazione della comunicazione pubblica, il rischio e la retorica della sicurezza ridotta a securitarismo, le trasformazioni della forma-Stato, dei processi decisionali e dei conflitti, le migrazioni e i razzismi. I sistemi sanitari mostrano le loro fragilità per effetto dei processi di privatizzazione a cui sono stati sottoposti…

Clicca qui “Pandemia e giustizia sociale” network per una sociologia di posizione: i firmatari e le prime adesioni.

Il governo Draghi al vaglio della “Società della cura”.

Migliaia hanno aderito al manifesto “Per la società della cura”.  Gruppi, associazioni, reti sociali sono impegnati in incontri tematici per la raccolta delle priorità concrete per un nostro “Recovery plan” che non sprechi  le lezioni della pandemia, affronti il collasso climatico e l’ingiustizia sociale ripudiando la gerarchia di valori e poteri che governa il mondo, per costruire la società della cura di sé, degli altri, del pianeta. Per aprire uno spazio di confronto collettivo sulla situazione politica e sociale del nostro Paese dopo la crisi istituzionale e l’arrivo, ormai prossimo, di un nuovo governo a guida Mario Draghi, sarà dedicata  la  riunione plenaria di venerdì 12 febbraio ore 17.30 al seguente link

I massacri dimenticati di Sinjar.

Oggi il mondo sembra essersi scordato velocemente dei massacri e delle sofferenze di Sinjar. Nel silenzio dei media, Erdogan minaccia una nuova guerra, questa volta per occupare Sinjar; non a caso, sono sempre più ricorrenti i bombardamenti con droni a Sinjar, come nel vicino Campo di Makhmour e sui monti Qandil. Non lasciamoli soli, non lasciateci soli! Rompi il guscio dell’indifferenza. Clicca qui.

Premio Attila 2020: il bando.

“Movimento di lotta per la salute Giulio A. Maccacaro”

 Il Premio Attila è nel suo genere dal 2004 la più alta onorificenza italiana che incorona vincitori i nostri figli peggiori: industriali, politici, amministratori che nel corso dell’anno si sono particolarmente distinti a danno dell’ambiente, della salute e della pace. Annoveriamo grandi calibri ma anche piccoli che nel loro piccolo sanno fare grandi danni:  Marcellino Gavio, Fabrizio Palenzona, Carlo Cogliati,  Angelo  Riccoboni, Bruno Binasco,  Tribunale di Alessandria, Rita Rossa, Matteo Salvini, Famiglia Benetton…

Sotto il patrocinio del “Movimento di lotta per la salute Giulio A. Maccacaro”, emettiamo questo bando per il 2020.

Al voto sono ammessi  i nostri 500.000 lettori mensili del Sito e i 31.000 mila plurisettimanali della mailinglist e i circa 7.000 mila membri del nostro gruppo e pagina Facebook (https://www.facebook.com/reteambientalista) e (https://www.facebook.com/groups/299522750179490).

Sono ammessi max due voti. Uno per l’ambiente, l’altro per la pace.

Entro e non oltre il 28 febbraio 2021 le espressioni di voto dovranno pervenire a movimentodilottaperlasalute@reteambientalista.itmovimentolotta.maccacaro@gmail.com;  e 3470182679.

Indicare le eventuali motivazioni di merito, possibilmente nei limiti di un foglio di word. Saranno pubblicate.

La classifica delle città più inquinate in Italia. 50mila morti premature, al costo di150 miliardi per la collettività.

Report annuale “Mal’aria di città 2021” di Legambiente: il 62% dei capoluoghi di provincia nel 2020 hanno avuto almeno 35 giorni con una media superiore ai 50 microgrammi/metro cubo di Pm10. Se nel 2020 i capoluoghi di provincia fuorilegge per avere superato i limiti giornalieri previsti per le polveri sottili (Pm10) sono 35, va molto peggio guardando alle linee guida dell’Organizzazione mondiale della Sanità. Sono 60, infatti, le città italiane che non rispettano i parametri più stringenti dell’Oms, ossia una media massima annuale di 20 microgrammi per metro cubo (µg/mc) per il Pm10, contro quella di 40 µg/mc della legislazione europea.

Ogni anno nella Penisola, stando ai dati dell’EEA, sono oltre 50mila le morti premature dovute all’esposizione eccessiva ad inquinanti atmosferici come le polveri sottili (in particolare il Pm2,5), gli ossidi di azoto (in particolare l’NO2) e l’ozono troposferico (O3). Da un punto di vista economico, parliamo di diverse decine di miliardi all’anno (stimate tra i 47 e i 142 miliardi di euro/anno) tra spese sanitarie e giornate di lavoro perse. Infatti, le morti premature sono solo la punta dell’iceberg del problema sanitario connesso con l’inquinamento atmosferico. (clicca qui).

Grazie, Follereau, ma la lebbra colpisce ancora.

<< In prima elementare con le suore, ricordo di aver conosciuto il grande papillon di Raoul Follereau. Sta animando  la campagna “il costo di un giorno di guerra per la pace”, rivolta all’ONU, a cui aderiscono in 125 paesi 4 milioni di giovani. Io tra essi. Ci racconta che, giornalista in Africa, la jeep con la quale viaggiava è costretta a fermarsi presso uno stagno: in quel momento dal fitto della foresta emergono i lebbrosi, dai visi impauriti e dai corpi distrutti e rovinati dalla malattia, con un disperato bisogno di cibo. Questo incontro aveva cambiato la sua vita. Follereau spiega che la lebbra si potrebbe curare con medicinali che costano pochissimo, allarga il discorso a quelle che lui chiama le “altre lebbre”: l’indifferenza, l’egoismo, l’ingiustizia. Prendo consapevolezza che la malattia non sarà mai vinta fino a quando milioni di persone saranno colpite dalla povertà, dallo sfruttamento, dalla fame,  dalla guerra. Grazie ad un cattolico apprendo i primi rudimenti del marxismo. Follereau sta girando il mondo con conferenze: morirà nel ’77 dopo essere riuscito a guarire un milione di lebbrosi, avendo percorso due milioni di chilometri e raccolto e distribuito ai malati milioni di dollari. Altro ricordo con le suore: il baciamano che rifiuto al vescovo perché aveva un enorme anello al dito. Me lo sognai negli anni a venire mentre glielo rubavo con la bocca. Nel suo piccolo, un esproprio proletario>>. (da Frammenti, di Lino Balza). Oggi la lebbra è stata ridimensionata ma colpisce ancora 200mila persone all’anno  (continua…)

Il deposito nucleare nazionale potrebbe essere localizzato nel Lazio?

Essendo  la regione con la maggiore quantità di materiale radioattivo (38,1%) si eviterebbe di farlo viaggiare per l’Italia. Sarebbe opportuno? A parità di condizioni di sicurezza  direi di sì: è il parere di Gian Piero Godio (Legambiente).  

L’obiezione più stupida, nel panorama del Nimby, viene dalla Sardegna per bocca di  Bustianu Compostu del Comitato Nonucle Noscorie: “Chi ha avuto la scellerata idea di produrre scorie ora se le tenga. La Sardegna che responsabilità ha rispetto a questo?”.  La scellerata idea l’avrebbero avuta le popolazioni di Lazio, Piemonte, Lombardia ecc. 

Genova: documento su errori e proposte in pandemia.

Non è andato tutto bene: 10 errori.  E 10 proposte per una Sanità pubblica, gratuita, adeguata ai bisogni dei cittadini e dei territori alla luce dell’esperienza del Covid-19 a Genova. Clicca qui. Allegato anche breve  bilancio sanitario a Genova e in Liguria al tempo della pandemia: la salute è trattata come  una merce e  un privilegio per pochi, invece è un Bene Comune.